domenica 27 marzo 2016
sabato 26 marzo 2016
Riqualificazione energetica del condominio e cessione del credito. Analisi dei punti critici del provvedimento
Avv. Maria Adele Venneri del Foro di Cosenza
24/03/2016
Finalmente l'Agenzia delle Entrate ha reso noto il provvedimento, prot. n. 43434, del 22 marzo 2016, recante "Modalità di cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante per le spese di riqualificazione energetica di parti condominiali, ai sensi dell'articolo 1, comma 74, della legge 28 dicembre 2015 n. 208".
Per una prima analisi si veda -> Condominio ed ecobonus. In attesa della Circolare dell'Agenzia delle Entrate.
Come ricordato qualche giorno, la legge di stabilità 2016 ( Legge n. 208/2015 ), dopo aver confermato anche per il 2016 la detrazione per interventi di efficienza energetica e per quelli di ristrutturazione, ha introdotto un nuovo comma nell'art. 14, del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90.
Con questa modifica, il novellato art. 14 consente la possibilità per i contribuenti della “no tax area” di recuperare il beneficio spettante per le spese sostenute nel 2016 per interventi condominiali di riqualificazione energetica, cedendo il credito ai fornitori dei beni e servizi necessari alla realizzazione degli interventi.
Per essere pienamente effettiva la modifica necessitava del provvedimento succitato.
Prima di procedere oltre, mi preme avvisare che il testo del provvedimento contiene dei punti critici. Punti critici che è bene chiarire non sono addossabili in toto all'Agenzia delle Entrate che si è limitata a delineare le modalità di cessione su quanto stabilito dalla Legge di stabilità del 2016.
Bene, andiamo a scoprire quali sono queste modalità per mezzo delle quali alcuni contribuenti possono cedere ai fornitori che hanno eseguito gli interventi di riqualificazione energetica, sulle parti comuni di edifici, il credito corrispondente alla detrazione per le spese relative ai predetti interventi.
La categoria di contribuenti che potranno accedere alla tanto attesa cessione è stata individuata dalla legge di stabilità 2016 ed è circoscritta ai soggetti che non sono tenuti al versamento dell'imposta sul reddito delle persone fisiche in quanto si trovano nelle condizioni di cui all'articolo 11, comma 2, e all'articolo 13, comma 1, lettera a), e comma 5, lettera a), del TUIR (testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917)
=> Semplificazione fiscale, interventi di riqualificazione energetica
Invero, sono i contribuenti che appartengono alla " no tax area" ossia i pensionati, i dipendenti e gli autonomi che non superano quella soglia al di sotto della quale vige l'esenzione dall'IRPEF.
Il provvedimento chiarisce subito che t ali condizioni devono sussistere nel periodo d'imposta precedente a quello in cui sono sostenute le spese per gli interventi.
La legge di stabilità consente loro, dunque, di cedere, sotto forma di credito, la detrazione mentre i fornitori che hanno eseguito i lavori, ricevono il credito a titolo di pagamento della quota di spese a loro carico.
=> Trasformazione dei lastrici solari in giardini pensili, bonus del 65%
Primo punto critico. La categoria di contribuenti che potranno usufruire di questa cessione è ben delineata, per non dire ristretta, si auspica per il futuro che questa categoria venga allargata.
La disposizione riguarda, poi, esclusivamente: le spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni degli edifici, per le quali spetta la detrazione dall'imposta lorda, ai sensi dell'articolo 1, commi 344 e ss. della legge n. 296 del 2006, stabilita, per l'anno 2016, nella misura del 65% delle spese stesse.
La volontà dei contribuenti di cedere il credito deve risultare dalla delibera assembleare che approva gli interventi di riqualificazione energetica o da specifica comunicazione inviata al condomìnio.
Il condominio deve provvedere a comunicarla ai fornitori che, a loro volta, dovranno rispondere in forma scritta circa le intenzioni di accettare la cessione del credito a titolo di pagamento di parte del corrispettivo per i beni ceduti o i servizi prestati.
Secondo punto critico. I fornitori hanno la facoltà di accettare non l'obbligo di accettare. Si cerchi di immaginare, come spesso accade, di essere finalmente giunti alla delibera assembleare, che approva gli interventi, per poi investire tempo ed energie nella affannosa ricerca del fornitore che si renderà disponibile ad accettare la cessione del credito. Appare chiaro che la scelta potrà ricadere su fornitori che potrebbero non avere i migliori requisiti.
Ulteriori incombenza è un'apposita comunicazione telematica all'Agenzia delle Entrate, utilizzando il servizio telematico Entratel o Fisconline, con la quale il condominio, è obbligato a trasmettere:
il totale della spesa sostenuta nel 2016 per lavori di riqualificazione energetica su parti comuni;
l'elenco dei bonifici effettuati per il pagamento di dette spese;
il codice fiscale dei condòmini che hanno ceduto il credito e l'importo del credito ceduto da ciascuno;
il codice fiscale dei fornitori cessionari del credito e l'importo totale del credito ceduto a ciascuno di essi.
La comunicazione è effettuata, entro il 31 marzo 2017, direttamente dal condomìnio che vi provvederanno attraverso l'amministratore o, qualora non obbligati alla relativa nomina, attraverso il condomino incaricato.
Il condomìnio è tenuto, altresì, a comunicare ai fornitori l'avvenuto invio della comunicazione all'Agenzia delle Entrate.
Si evidenzia che il mancato invio delle suindicata comunicazione rende inefficace la cessione del credito.
Il provvedimento chiarisce poi che il credito ceduto è fruibile dal fornitore in 10 quote annuali di pari importo, a partire dal 10 aprile 2017. La quota del credito che non è fruita nell'anno è utilizzabile negli anni successivi e non può essere chiesta a rimborso.
Il credito è utilizzato esclusivamente in compensazione, ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e successive modificazioni.
Terzo punto critico. E nel caso in cui il fornitore non abbia importi da compensare? Non avrà di certo convenienza ad accettare la cessione del credito a titolo di pagamento di parte del corrispettivo per i beni ceduti o i servizi prestati.Quindi quanti davvero procederanno in tal senso?
Poi, il modello F24 deve essere presentato esclusivamente tramite il servizio telematico Entratel o Fisconline, altrimenti si incorre nel rifiuto dell'operazione di versamento. Nel caso in cui l'importo del credito utilizzato risulti superiore all'ammontare maturato, anche tenendo conto di precedenti fruizioni del credito stesso, il relativo modello F24 è scartato. Lo scarto è comunicato al soggetto che ha trasmesso il modello F24 tramite apposita ricevuta consultabile sul sito internet del servizio telematico Entratel o Fisconline.L'Agenzia, con apposita risoluzione, istituirà il codice tributo per l'uso del credito d'imposta da indicare nell'F24.
Infine, è bene sapere che nel caso in cui l'amministrazione finanziaria accerti la non spettanza, anche parziale, della detrazione in capo al condòmino provvede al recupero del relativo importo nei suoi confronti, maggiorato di interessi e sanzione. Al medesimo controllo sono sottoposti i fornitori.L'obiettivo è quello di affrontare gli interventi più efficaci di riqualificazione energetica degli edifici.
Alla luce di quanto esposto occorre chiedersi se si tratta di un'occasione mancata.
Riqualificazione energetica condominio: come cedere il bonus 2016
Le modalità della cessione del credito per usufruire delle detrazioni a seguito di interventi di riqualificazione energetica sulle parti comuni dell’edificio.
L’Agenzia delle Entrate con provvedimento del 22 marzo scorso [1] ha definito le modalità secondo le quali dovrà avvenire la cessione del credito per usufruire del bonus 2016 per gli interventi di riqualificazione energetica sulle parti comuni degli edifici. L’agevolazione, prevista dalla legge di stabilità 2016 [2], consentirà ai contribuenti di cedere il credito, corrispondente alla detrazione del 65% sulle spese sostenute, ai fornitori che hanno effettuato i lavori di riqualificazione energetica in condominio.
Cos’è la riqualificazione energetica?
La riqualificazione consiste in una serie di interventi rivolti a migliorare l’efficienza energetica di un edificio preesistente: ne costituiscono un esempio l’installazione di pannelli fotovoltaici, la sostituzione di impianti di riscaldamento, l’isolamento termico del tetto, dei muri perimetrali, dei pavimenti e degli infissi. La legge di stabilità 2016 ha esteso l’operatività della detrazione anche alle spese sostenute per l’acquisto, installazione e messa in opera di dispositivi che consentono il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento e climatizzatori finalizzati ad un maggiore controllo dei consumi.
Quali soggetti possono cedere il credito?
Sono legittimati ad usufruire di tale misura i contribuenti-condomini che si trovano nella “no tax area”, cioè i possessori di reddito che non devono effettuare la dichiarazione ai fini IRPEF. Con tale previsione normativa il legislatore ha consentito anche a questa categoria di contribuenti di beneficiare della suddetta agevolazione.
Quali crediti sono cedibili?
Il credito cedibile corrisponde alla detrazione IRPEF del 65% delle spese per interventi di riqualificazione energetica sulle parti comuni, poste a carico del condomino, secondo la ripartizione da tabelle millesimali. Il pagamento delle spese deve essere stato effettuato nell’arco del 2016 tramite bonifico bancario o postale.
La cessione è consentita anche se il pagamento è avvenuto per lavori iniziati negli anni precedenti.
Quali sono le modalità di cessione del credito?
La cessione deve risultare dalla delibera dell’assemblea di condominio che ha approvato gli interventi di riqualificazione o da apposita comunicazione al condomino che a sua volta deve riferire ai fornitori. È necessaria accettazione scritta del fornitore della ricezione dell’importo risultante dalla cessione del credito a titolo di corrispettivo dovuto per gli interventi effettuati.
Come avviene la comunicazione all’Agenzia delle Entrate?
Per beneficiare del bonus il condominio, entro il 31 marzo 2017, deve trasmettere all’Agenzia delle Entrate, tramite il servizio telematico Entratel o Fisconline, apposita comunicazione: essa deve indicare le spese sostenute nel 2016 per lavori di riqualificazione energetica su parti comuni, tutti i bonifici effettuati per il pagamento dei lavori, codice fiscale del condomino che ha ceduto il credito ed importo del credito ceduto, codice fiscale del fornitore e l’importo del credito loro ceduto.
Come avviene l’utilizzo del credito?
Il fornitore, dall’inizio del 2017, potrà utilizzare il credito in compensazione e suddiviso in dieci rate dello stesso importo, con la possibilità di utilizzare nell’anno successivo le rate non usufruite nel 2017.
I controlli
Nel caso in cui dai controlli dell’Agenzia delle Entrate emerga la mancanza dei requisiti necessari per usufruire della detrazione da parte del condomino, le somme percepite dovranno essere restituite con interessi e sanzioni. Lo stesso discorso vale nel caso in cui il fornitore non fosse legittimato ad usufruire del credito ceduto.
Note
[1] Agenzia delle Entrate, provvedimento n. 43434 del 22 marzo 2016.
[2] L. 208/2015, art. 1, comma 74.
Efficienza energetica: come risparmiare con i lavori di ristrutturazione
In Italia si cerca di incentivare sempre di più l’efficienza energetica, al fine di favorire un importante risparmio per le famiglie italiane. Così fino a fine 2016 sarà possibile ottenere degli sgravi fiscali per l’acquisto di caldaie, sistemi solari termici e ristrutturazioni.
Detrazioni Irpef del 65% per aumentare l’efficienza energetica
Coloro che decideranno fino a dicembre di effettuare dei lavori, che serviranno ad aumentare l’efficienza energetica della propria abitazione, potranno usufruire di un Ecobonus, che consiste nella detrazione Irpef del 65% delle spese sostenute. Queste poi verranno ripartire in quote uguali e restituite nell’arco di dieci anni.
Rientrano tra questi lavori:
- riqualificazione su edifici esistenti, con un tetto massimo di 100.000 euro;
- interventi che permettono di migliorare l’isolamento termico, con un tetto massimo di 60.000 euro;
- sostituzione parziale o totale di impianti termici, con un tetto massimo detraibile di 30.000 euro;
- acquisto e posa di schermature solari, con un tetto massimo di 60.000 euro;
- acquisto, installazione e posa di sistemi domotici (dispositivi multimediali che controllano da remoto gli impianti di riscaldamento e climatizzazione di un’abitazione);
- i costi dei lavori relativi alla progettazione, certificazione energetica e per la realizzazione degli interventi.
Detrazione Irpef 50% ristrutturazione edilizia
Un’altra agevolazione riguarda gli interventi di ristrutturazione edilizia, che si estende anche a quei lavori che non rientrano nell’efficientamento energetico. La detrazione è del 50% per un tetto massimo di 96.000 euro, suddivisa in dieci quote annuali.
Rientrano tra i lavori:
- interventi finalizzati al risparmio energetico convenzionale, come l’acquisto di impianti fotovoltaici o la sostituzione di una vecchia caldaia;
- interventi di manutenzione ordinari a e straordinaria, comprese le spese per la progettazione degli interventi, per le perizie tecniche, per il rilascio delle autorizzazioni ecc.
Conto termico: 700 milioni destinati ai privati
Per chi invece vuole sostituire impianti di climatizzazione o scaldabagni può usufruire del Conto Termico, che prevede 700 milioni destinati alle famiglie italiane.
Gli interventi per cui si può richiedere la detrazione sono:
- la sostituzione di impianti di climatizzazione e di scaldaacqua;
- la sostituzione di impianti di climatizzazione invernali con impianti dotati di generatore di calore a biomassa;
- l’installazione di impianti termici per la produzione di acqua calda, anche abbinati ai sistemi di solar cooling (abbinamento tra pannelli solari termici ed una macchina frigorifera che permette di produrre freddo sotto forma di acqua refrigerata o aria condizionata, partendo da una sorgente di calore).
Detrazione 50% Bonus Mobili
Infine vediamo che si può conseguire una detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe A (per i forni) e A+. Per l’esattezza, i contribuenti ammessi a beneficiare del bonus arredi sono gli stessi che fruiscono della detrazione con la maggiore aliquota e con il maggior limite di 96.000 euro di spese ammissibili. Inoltre è bene dire, che è possibile che le spese per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici siano sostenute prima di quelle per la ristrutturazione dell’immobile, a condizione che siano stati già avviati i lavori di ristrutturazione dell’immobile cui questi sono destinati.
Restaurare una pavimentazione antica e di pregio
Pavimentazioni antiche: tipologie e materiali
Le pavimentazioni sono una componente fondamentale della caratterizzazione estetica e funzionale di spazi architettonici, sia interni che esterni.
Fin dalle epoche più remote a spazi diversi per ricchezza e destinazione d'uso hanno corrisposto pavimentazioni differenti: molto semplici negli spazi di servizio e negli edifici più modesti, ad esempio in mattoni, ciottoli, battuto di malta o ciocciopesto o perfino semplice terra battuta; in materiali preziosi come mosaico, marmo, cotto decorato o veneziana negli ambienti di rappresentanza e nelle dimore più ricche.
La gamma dei possibili materiali, tecniche di lavorazione e motivi decorativi è dunque praticamente infinita, e dipende soprattutto dalle caratteristiche dell'edificio, dal gusto dei proprietari, dagli stili più diffusi all'epoca di realizzazione e dalle disponibilità economiche contingenti.
In generale, negli edifici storici possiamo trovare pavimenti:
- in cotto: semplici nelle case di campagna, o riccamente decorati nei palazzi gentilizi;
- alla veneziana, generalmente riservati ai saloni di rappresentanza, agli androni, ai pianerottoli delle scale e ai porticati;
- di ciottoli, visibili soprattutto negli spazi esterni come vialetti e cortili;
- di marmo, a grandi lastre o con disegni a intarsio di vario tipo, tipici degli ambienti di rappresentanza come scaloni d'onore e saloni delle feste;
- in piastrelle di maiolica o parquet, soprattutto a partire dal Settecento;
- in marmette e cementine negli edifici di epoca liberty o rimaneggiati nei primi decenni del Novecento.
Tra i motivi decorativi più ricorrenti si annoverano gli stemmi araldici, i motivi geometrici e gli elementi vegetali come fiori o foglie.
Il degrado di una pavimentazione antica
In generale, le forme di degrado più comuni nelle pavimentazioni storiche sono:
- lacune e mancanze, cioè perdita di alcune parti della superficie originaria;
- degrado da usura, dovuto al calpestio molto prolungato nel tempo, tendente a creare solchi più o meno profondi, e all'esposizione agli agenti atmosferici, in particolare ai cicli di gelo e disgelo;
- integrazioni con materiali incongrui come cemento o piastrelle e lastre di pietra di recupero;
- sbrecciature e lesioni, sia limitate al alcuni elementi come lastre o piastrelle, sia estese all'intera superficie. Quest'ultimo caso è tipico dei pavimenti alla veneziana dei piani alti, che, essendo monolitici e perciò, molto rigidi, non riescono ad assecondare il cedimento elastico del solaio ligneo sottostante, lesionandosi in mezzeria perpendicolarmente alla trave maestra.
Il restauro di una pavimentazione storica
A livello generale, le metodologie di restauro di un pavimento sono le stesse indipendentemente dal suo materiale costitutivo.
Per prima cosa, è infatti necessario ricostruire la decorazione originale, soprattutto in caso di estese lacune o rimaneggiamenti di epoca successiva. La prima operazione è dunque un rilievo geometrico molto accurato dell'intera superficie originaria. Si possono usare vari sistemi, e combinandoli assieme si ottiene un ottimo risultato.
Il rilievo geometrico per ascisse e ordinate si presta infatti alla documentazione di decorazioni geometriche (bande, cerchi, stelle e scacchiere), mentre per i dettagli figurativi più complessi, come le tarsie con motivi vegetali o i mosaici, si può ricorrere al rilievo per contatto.
In questo caso è sufficiente sovrapporre un foglio di plastica trasparente e ricalcare i contorni del disegno e/o delle tessere del mosaico con un pennarello nero indelebile.
Naturalmente, occorre numerare i vari fogli di plastica e lasciare un adeguato margine di sovrapposizione: dopo aver ricalcato l'intera superficie, per ottenere lo schema della pavimentazione basta eseguire una fotocopia ridotta (generalmente in scala 1:20) e sovrapporre i vari fogli.
Per le decorazioni particolarmente elaborate risulta invece molto utile un fotopiano, ottenibile raddrizzando digitalmente e sovrapponendo numerose fotografie parziali scattate da una posizione elevata, ad esempio una scala libretto. Alcune fotografie di dettaglio sono infine fondamentali per ricostruire i particolari più minuti, campionare i materiali e documentare lo stato di conservazione.
A questo punto, basta integrare le lacune per ottenere il disegno originale.
L'intervento sulla pavimentazione è invece decisamente più complesso e richiede l'uso di tecniche tradizionali sapientemente realizzate da artigiani esperti.
All'architetto spettano, inoltre, alcune scelte metodologiche fondamentali, come la decisione di lasciare o rimuovere le integrazioni incongrue ma ormai storicizzate o di sostituire parti ormai consumate ma ancora recuperabili.
In linea di principio è consigliabile adottare il criterio del minimo intervento ma è ugualmente necessario valutare caso per caso in base alle caratteristiche e allo stato di conservazione generale del pavimento.
Le vera e propria manutenzione prevede invece per prima cosa l'eliminazione delle integrazioni in materiali inconguri, operazione da eseguire con molta attenzione per non danneggiare le porzioni limitrofe; successivamente, si procede con la rimozione degli elementi irrecuperabili, cioè con numerose lesioni o uno stato di consunzione troppo elevato.
Le piastrelle o lastre di pietra lievemente scheggiate o con una sola lesione possono invece essere lasciate in situ, purché adeguatamente stuccate.
Le integrazioni delle lacune vanno eseguite con elementi di forma, colore e materiale simili a quelle originali: il loro perfetto stato di conservazione renderà evidente la loro natura.
Per le stuccature si può utilizzare una malta di calce idraulica naturale, la cui colorazione va realizzata con pigmenti o inerti di tipo e colore adeguato.
Da evitare invece il cemento perché contenendo sali solubili potrebbe causare efflorescenze saline in grado di degradare rapidamente i materiali porosi come cotto, ceramica o arenaria con macchie e scagliature.
Per i pavimenti alla veneziana le tecniche di restauro sono invece lievemente diverse.
Esse prevedono:
- la stuccatura delle lesioni più sottili previa eliminazione delle parti parzialmente distaccate e/o depositi pulverulenti;
- l'integrazione delle lacune o il rifacimento delle parti troppo ammalorate secondo le tecniche di lavorazione tradizionali, ricostruendo fedelmente la decorazione e scegliendo ciottoli e malta di fondo del colore più simile a quelli originali;
- se necessario, l'inserimento di giunti di dilatazione ogni 3 - 4 metri e in corrispondenza del centro della stanza, in senso perpendicolare all'orditura principale di un eventuale solaio ligneo: per l'inserimento dei giunti, consistenti in listelli di metallo (generalmente ottone), è necessario eseguire sottili tagli con mezzi meccanici nel massetto di pavimentazione, evitando per quanto possibile le vibrazioni.
In alcuni casi, e cioè quando bisogna consolidare il solaio sottostante o sostituire un massetto ammalorato, il restauro richiede anche il completo smontaggio e successivo rimontaggio della pavimentazione. In questo caso, ciascuna lastra o piastrella va rimossa manualmente, ripulita di tutti i depositi pulverulenti e numerata sul lato inferiore; lo stesso numero va poi annotato in una planimetria della decorazione.
Manutenzione e pulizia di una pavimentazione antica
Anche la pulizia è un'operazione fondamentale, soprattutto in caso di materiali porosi come il cotto.
La pulizia preliminare, da affidare a un esperto restauratore e da condurre durante le stesse operazioni di restauro, può essere condotta secondo varie modalità:
- con prodotti deceranti per rimuovere i vecchi prodotti protettivi e gli strati di cera, specialmente se pigmentati. Per pavimentazioni pregiate anche se non di valore storico artistico, si può utilizzare Filasolv dell'azienda Fila;
- con impacchi di acqua distillata e/o prodotti per la pulizia delle murature: nel secondo caso è ovviamente opportuno eseguire alcune prove preliminari in zone nascoste.
Per la manutenzione ordinaria si può invece ricorrere a una spazzatura con una scopa morbida e alla successiva pulizia con uno straccio leggermente imbevuto di acqua e detergente non acido. Per i pavimenti di cotto, due o tre volte l'anno è consigliabile anche un trattamento a base di cera possibilmente naturale: la Linea Fai Da Te dell'Azienda Madras potrebbe essere una buona soluzione.
Molto importante è infine la protezione perché le pavimentazioni antiche sono assai delicate e perciò sarebbe opportuno, se le condizioni lo consentono, adottare alcuni provvedimenti, come non posizionare mobili pesanti nei punti più lesionati, recintare le eventuali porzioni con tarsie decorative e disporre alcune passerelle (possibilmente trasparenti) nei punti più trafficati.
Come creare roccie finte con cemento e stampi
https://www.youtube.com/watch?v=w1UcpnmsPI8
Metodo 1 di 2: Una Roccia Semplice
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1
Compra un sacco di cemento pronto all'uso e un secchio.
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2
Mescola il contenuto del sacco nel secchio con dell'acqua.
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3
Impastalo e modellalo finché non è quasi rotondo, ma ancora un po' irregolare come una roccia.
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4
Lavati subito le mani e lascia asciugare il cemento durante la notte.
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Metodo 2 di 2: Usare uno Stampo
1
Segui il metodo precedente, aggiungendo le operazioni successive per un risultato più realistico.
2
Usa attrezzi e materiali appositi, impara facendo pratica.
3
Costruisci uno stampo. Usa delle rocce che hai in giardino. Pulisci la roccia e trova un'adeguata superficie di lavoro. Copri la roccia con uno strato spesso di schiuma sigillante. Lascia asciugare e stacca delicatamente lo stampo creato dalla roccia. Puoi fare la stessa cosa mettendo la roccia in un contenitore e riempiendolo di schiuma sigillante. Poi rimuovi la scatola. Non mettere troppa schiuma.
4
Impasta il cemento e versalo nello stampo. per evitare che si appiccichi puoi usare uno spray antiaderente da cucina oppure spalmare la roccia di vaselina.
5
Impasta il cemento seguendo le indicazioni, in modo che sia denso ma si riesca a versare. Puoi aggiungere del colorante a questo punto. Lo trovi nei negozi di bricolage. Puoi anche usare la ruggine per dare colore, funziona, ma non metterne troppa. Quanto basta per dare un po' di colore.
6
Scolpisci la roccia. Se usi uno stampo, potresti non riuscire a modellare la roccia. Ad ogni modo, se la tiri fuori prima che si indurisca completamente, puoi ancora modellarla un po'.
7
Arricchisci il cemento. Prima di versare il cemento nello stampo puoi arricchirlo con foglie, ghiaia e altre cose che trovi in giro per il giardino per ottenere un effetto più realistico. Puoi anche fare delle pietre piatte o delle lastre, mettendoci dentro cocci di vetro o altri oggetti prima di versare il cemento. Quando lo tirerai fuori, le cose che hai messo sul fondo saranno in superficie.
8
Finito.
venerdì 25 marzo 2016
Pensi che la tua casa sia piccola? Guarda cosa si può fare in appena 24 m2
08 marzo 2016, 10:33
Trasformare la cucina di un vecchio hotel, di appena 24 m2, in una casa e arredarla. Questa è la sfida che l’architetto di Parigi Anne Rolland ha accettato nel 2013. Rolland ha buttato giù tutta la struttura anteriore, ispirandosi ai classici bistrò.Per la stanza principale è stato utilizzato un mobile a struttura unica che, oltre a separare i diversi spazi, funge da armadio, scrivania e base sulla quale si trova la zona letto.
Il costo totale della ristrutturazione è stato di circa 70.000 euro, una cifra più che accettabile tenendo conto dei lavori strutturali ed estetici che sono stati necessari, visto che l’immobile è del XVII secolo ed era abbandonato da 70 anni.
La guida aggiornata sulle ristrutturazioni edilizie dell'Agenzia delle Entrate
Dopo aver pubblicato la guida sulle detrazioni per l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, l'Agenzia delle Entrate ha messo online anche il documento aggiornato a marzo 2016 sugli interventi di ristrutturazioni edilizie. Rispetto alla versione precedente, contiene novità anche sugli sgravi fiscali di cui possono usufruire i cosiddetti condomini minimi.
Bonus ristrutturazioni Agenzia Entrate
È possibile detrarre dall’Irpef una parte degli oneri sostenuti per ristrutturare le abitazioni e le parti comuni degli edifici residenziali situati nel territorio dello Stato. In particolare, i contribuenti possono usufruire delle seguenti detrazioni:
- 50% delle spese sostenute (bonifici effettuati) dal 26 giugno 2012 al 31dicembre 2016, con un limite massimo di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare
- 36%, con il limite massimo di 48.000 euro per unità immobiliare, delle somme che saranno spese dal 1° gennaio 2017.
L’agevolazione può essere richiesta per le spese sostenute nell’anno, secondo il criterio di cassa, e va suddivisa fra tutti i soggetti che hanno sostenuto la spesa e che hanno diritto alla detrazione.
Condominio minimo detrazione fiscale
La guida aggiornata ricorda che con la circolare n. 3/E del 2 marzo 2016, per quanto riguarda i condomini minimi (senza amministratore, né codice fiscale)
- il pagamento deve essere sempre effettuato mediante l’apposito bonifico bancario/postale
- in assenza del codice fiscale del condominio, i contribuenti possono inserire nei modelli di dichiarazione le spese sostenute riportando il codice fiscale del condomino che ha effettuato il bonifico.
Il contribuente dovrà dimostrare, in sede di controllo, che gli interventi sono stati effettuati su parti comuni dell’edificio. Se per la presentazione della dichiarazione si rivolge a un Caf o a un intermediario abilitato, è tenuto ad esibire, oltre alla documentazione generalmente richiesta, un’autocertificazione che attesti i lavori effettuati e che indichi i dati catastali degli immobili del condominio.
Bonus mobili 2016, la guida aggiornata a marzo dell'Agenzia delle Entrate
E' stata pubblicata sul sito dell'Agenzia delle Entrate la guida aggiornata a marzo 2016 sul bonus mobili. Il documento fornisce tutte le indicazioni per usufruire delle detrazioni del 50% per gli acquisti di mobili e di grandi elettrodomestici in classe A e A+. Rispetto alla versione precedente contiene anche le risposte ai quesiti più frequenti.
Si può usufruire di una detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili
e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. L’acquisto deve essere effettuato nel periodo compreso tra il 6 giugno 2013 e il 31 dicembre 2016
Per avere l’agevolazione è indispensabile realizzare una ristrutturazione edilizia (e usufruire della relativa detrazione), sia su singole unità
immobiliari residenziali sia su parti comuni di edifici, sempre residenziali.
Occorre, inoltre, che le spese per questi interventi di recupero edilizio siano sostenute a partire dal 26 giugno 2012. La detrazione spetta anche quando i beni acquistati sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio.
Bonus riqualificazione energetica condomini 2016, i chiarimenti delle Entrate
Arriva il chiarimento dell’Agenzia delle Entrate in merito alla detrazione del 65% delle spese sostenute per la riqualificazione delle parti comuni degli edifici nel 2016. Il provvedimento spiega in che modo può avvenire la cessione del credito corrispondente al bonus, ai sensi dell’articolo 1, comma 74, della legge 28 dicembre 2015 n. 208.
Di cosa si tratta
La disposizione, introdotta dalla legge di Stabilità 2016, riguarda esclusivamente le spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni degli edifici, per le quali spetta la detrazione dall’imposta lorda del 65%.
I contribuenti che ricadono nella “no tax area”, cioè i possessori di redditi esclusi dall’imposizione Irpef per espressa previsione o perché l’imposta lorda è assorbita dalle detrazioni per redditi previste dal Tuir, normalmente non possono fruire di tale agevolazione, che spetta solo fino a concorrenza dell’imposta lorda.
Con la cessione del credito, invece, la detrazione per la riqualificazione energetica apre anche a questi contribuenti, che possono farla valere come parte del pagamento da loro dovuto in base alla tabella millesimale di ripartizione delle spese condominiali.
La cessione delle detrazione
I contribuenti che rientrano nella “no tax area”, che non versano quindi Irpef, non devono più rinunciare alla detrazione del 65% delle spese sostenute per la riqualificazione delle parti comuni degli edifici nel 2016, ma possono cederla agli stessi fornitori che hanno eseguito i lavori o le prestazioni come parte del pagamento dovuto.
La scelta di cedere il credito deve risultare dalla delibera assembleare che approva gli interventi oppure può essere comunicata al condominio che la inoltra ai fornitori. I fornitori, a loro volta, devono comunicare al condominio l’avvenuta accettazione del credito a titolo di pagamento di parte del corrispettivo per i beni ceduti e le attività prestate.
La comunicazione entro il 31 marzo 2017
Per rendere efficace tutta l’operazione, il condominio è tenuto a trasmettere entro il 31 marzo 2017 un’apposita comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate con il canale Entratel o Fisconline contenente:
- il totale della spesa sostenuta nel 2016 per lavori di riqualificazione energetica su parti comuni;
- l’elenco dei bonifici effettuati per il pagamento delle spese;
- il codice fiscale dei condòmini che hanno ceduto il credito e l’importo del credito ceduto da ciascuno;
- il codice fiscale dei fornitori cessionari del credito e l’importo totale del credito ceduto a ciascuno di essi.
Il condominio, inoltre, è tenuto a comunicare ai fornitori l’avvenuto invio della comunicazione all’Agenzia delle Entrate.
Utilizzo del credito da parte dei fornitori
I fornitori che ricevono il credito come pagamento possono utilizzarlo esclusivamente in compensazione in 10 rate annuali di pari importo, a partire dal 10 aprile 2017. La quota del credito non fruita nell’anno è utilizzabile negli anni successivi e non può essere chiesta a rimborso.
Il modello F24 per la compensazione deve essere presentato tramite il servizio telematico Entratel o Fisconline. L’Agenzia, con apposita risoluzione, istituirà il codice tributo per l’uso del credito d’imposta da indicare nell’F24.
Riqualificazione energetica e ristrutturazioni, i bonus e le detrazioni fiscali per il 2016
Ristrutturare la propria casa o migliorarne l’efficienza energetica nel 2016 diventa un po’ più semplice. Sono molteplici, infatti, i bonus e le detrazioni fiscali previste. Ecco gli incentivi che possono essere sfruttati e rendere dunque meno oneroso intervenire sulla propria abitazione.
Riqualificazione energetica – Prevista una detrazione fiscale del 65%, che vale anche per gli interventi fatti nelle parti comuni degli edifici condominiali. C’è un limite massimo di spesa, che varia a secondo dell’intervento di riqualificazione.
Cessione della detrazione fiscale – Per il 2016, inoltre, è prevista la possibilità di cedere ai fornitori che hanno eseguito i lavori la detrazione fiscale spettante per gli interventi di riqualificazione energetica delle parti comuni degli edifici condominiali. Tale facoltà è riservata ai soggetti che si trovano nella no tax area, pensionati, dipendenti e autonomi.
Ristrutturazioni – Previsto un bonus fiscale del 50%, fino a massimo complessivi 96mila euro per unità immobiliare. Qualora gli interventi abbiano come oggetto l’adozione di misure antisismiche, la detrazione arriva al 65%. Il bonus riguarda anche l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe non inferiore alla A+, o alla A per i forni, fino all’importo massimo di 10mila euro.
giovedì 24 marzo 2016
Facciate degli edifici sostenibili con i mattoni fotovoltaici
I mattoni fotovoltaici sono l'ennesimo tassello dello sviluppo della tecnologia nel campo della bioedilizia: anche le facciate potranno produrre energia pulita.
È sempre più diffuso l’utilizzo del fotovoltaico in architettura. Un sistema che sfruttando l'irraggiamento del sole riesce a produrre energia elettrica da destinare a qualsiasi tipo di utilizzo, domestico e non.
Tra i primi interventi pensanti per gli edifici troviamo i pannelli fotovoltaici, in genere installati sulle coperture degli stessi, oppure in tutti quei punti con esposizione solare favorevole, come pensiline, facciate etc. La tecnologia ha poi portato alle tegole fotovoltaiche, che in molti casi, sempre cercando di rispettare il valore e lo stile storico degli edifici, sono state utilizzate per sostituire i vecchi coppi realizzati in cotto, offrendo alla struttura in copertura dei palazzi storici, la possibilità di poter produrre energia.
Di più recente diffusione sono invece i vetri fotovoltaici, utilizzati in particolare in edifici che presentano un involucro costituito in prevalenza da pareti vetrate o finestrate.
Tutti questi elementi contribuiscono a rendere gli edifici più sostenibili dal punto di vista energetico. Infatti, attraverso questi accorgimenti tecnologici e architettonici gli edifici oltre a produrre energia elettrica, utilizzata per il proprio fabbisogno, riducono la produzione di CO2 immessa nell’ambiente. Questa quantità ad oggi viene stimata intorno al 40% circa, valore che viene proprio associato ai materiali con cui sono costruiti attualmente gli involucri degli edifici.
Il progetto del mattone in vetro fotovoltaico
L’utilizzo di rivestimenti fotovoltaici, migliora quindi l’impatto ambientale dell’edificio sul contesto circostante. Proprio in Italia la SBskin (Smart Building Skin s.r.l.), una startup e spin-off accademico dell’Università di Palermo, ha ideato un vetro-mattone innovativo, fotovoltaico, capace di produrre energia per far funzionare l'intera casa.
Questo progetto di bioedilizia del tutto innovativo nasce un’idea di un giovane ingegnere italiano di soli 25 anni, Marco Morini, un dottorando senza borsa del XXVI ciclo del dottorato di ricerca in Architettura dell'Ateneo di Palermo, che è riuscito ad aggiudicarsi una delle dieci borse di studio del Concorso Barilla per i giovani, del valore di 40.000 euro.
Il suo progetto non è altro che un mattone fotovoltaico in vetro e parte dallo spin off accademico dell’azienda SBskin, che appunto si occupa di progettare e commercializzare tutti i prodotti innovativi sia per l’edilizia che per l’architettura, finalizzati all'ottimizzazione energetica degli edifici.
Infatti, lo studio si sofferma su un analisi dettagliata di tutti gli elementi e i materiali che riescono a captare la luce naturale, cercando di trovare un loro impiego per la realizzazione di involucri edilizi traslucidi sostenibili, adattabili a diversi contesti climatici.
Il vetromattone fotovoltaico della SBskin venuto fuori da questo progetto, non è altro che un nuovo tipo di pannello in vetro integrato che può essere realizzato in diverse dimensioni, in funzione delle esigenze dei singoli edifici, ed è costituito da celle solari di terza generazione che sono in grado di generare energia.
Questi vetro mattoni, inoltre, se installati sulle facciate e sulle coperture degli edifici, sono in grado di fornire isolamento ed elettricità sufficiente per il fabbisogno dell'edificio stesso, così da renderlo indipendente dal punto di vista energetico.
Caratteristiche del vetro mattone fotovoltaico
Il vetro mattone è stato molto utilizzato in passato come elemento costruttivo per aumentare la luminosità degli ambienti, pur creando dei setti di divisione interna, così da migliorare la distribuzione degli spazi. Una caratteristica che rende questo mattone molto simile ai classici laterizi è la sua posa in opera, che avviene nel modo tradizionale, quindi utilizzando leganti di natura cementizia o sintetica.
I pannelli realizzati in vetro mattaone da SBskin , hanno invece una configurazione innovativa, che ha appunto come obiettivo, quello di migliorare le prestazione energetiche dell'edificio in cui vengono installati.
Differentemente dal vetro mattone, il mattone in vetro fotovoltaico va posato in opera interamente a secco, dando quindi la possibilità di creare dei pannelli prefabbricati adattabili sia alle facciate che alle coperture di edifici.
Il sistema a secco riduce significativamente tempi e costi di installazione, garantendo al contempo ottime prestazioni di resistenza meccanica e un’elevata qualità estetica. Tutti valori aggiunti che soprattutto se rapportati alle grandi dimensioni delle superfici da rivestire, hanno un gran peso in termini di risparmio di tempo e denaro.
Le tipologie di mattoni brevettate da SBskin sono tre:
- Vetromattone modificato tramite una cintura termica in materiale plastico e dotato di elevati valori di isolamento termico, per installazioni esterne (facciate e coperture).
- Vetromattone fotovoltaico, integrato con celle solari di terza generazione (DSC), per installazioni esterne (facciate e coperture).
- Vetromattone fotovoltaico e altamente isolante, dotato di cintura termica in materiale plastico e integrato con celle solari di terza generazione (DSC), per installazioni esterne (facciate e coperture).
In merito alle sue prestazioni, bisogna specificare che il mattone fotovoltaico in vetro di SBskin è efficiente in tutte le condizioni di irraggiamento, indipendentemente dall’angolo di installazione. Questo gli permette di essere sempre in funzione anche con condizioni d’irraggiamento luminoso poco favorevoli. Infatti, i moduli di SBskin possono essere utilizzati anche in condizioni climatiche avverse e in edifici piuttosto alti.
Il progetto, quindi, rappresenta un passo importante nel mondo dell’edilizia ecosostenibile, poiché il vetro mattone con tutte le sue pregevoli caratteristiche risponde in pieno alle esigenze di adeguamento energetico degli edifici, che oggi sono diventate tra i primi requisiti da soddisfare quando si realizza una nuova costruzione.
L'obiettivo è la completa integrazione della tecnologia dei pannelli solari nella struttura stessa dell'edificio, così da rendere le nuove tecnologie per il risparmio energetico e per la sostenibilità ambientale, totalmente inglobate nell'edificio, negli elementi costruttivi stessi.
Oltre all’aspetto energetico c’è da considerare anche quello di benessere e salubrità dell’ambiente in cui sono installati questi mattoni fotovoltaici: con questa nuova tecnologia si punta a una riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 nell'aria, producendo energia pulita e garantendo inoltre un gradevole aspetto estetico dell’involucro dell’edificio.
Questi innovativi vetro mattoni fotovoltaici, tutti made in Italy, sono disponibili in diversi colori, trasparenze e design in modo da garantire il massimo della personalizzazione dell'edificio.
I pannelli SBskin sono facili da montare e manutenere il che li rende prodotti ideali per le smart city del futuro tanto da vincere gli Smart Innovation Award 2015 e volare al Mit di Boston per un'importante presentazione.
In che modo scegliere le scale da soppalco
Le scale per soppalchi costituiscono sì il mezzo di connessione tra i piani, ma soprattutto un elemento d'arredo in grado di personalizzare lo spazio abitativo.
Scale a vista in casa
Le scale rappresentano l'elemento di connessione verticale degli ambienti; possono avere innumerevoli caratteristiche e conformazioni, a seconda del materiale in cui sono realizzate, della forma, dei diversi aspetti statici.
Possono essere racchiuse all'interno di un vano scala o a giorno, in grado di contribuire in maniera determinante all'arredo della propria casa.
Le scale sono spesso poste a vista molto in ambienti grandi, dall'ampio respiro e sono installate al fine di mettere in connessione due piani a quote differenti e, al contempo, per caratterizzare lo spazio con le scale stesse: è il caso, ad esempio, del soppalco, piano sopraelevato costruito spesso per far fronte a problemi di spazio.
Il soppalco può essere previsto in fase costruttiva o anche ex post, creando un ulteriore piano da destinare a ripostiglio, locale di sgombero, studio o camera da letto, qualora le altezze e le superfici rispondano alle direttive delle Norme Tecniche Comunali.
Infatti, in fase di realizzazione, è molto importante rispettare i parametri in essi contenuti, al fine di non commettere un abuso.
Essendo a vista, la scala del soppalco, quindi, rappresenta un elemento fondamentale d'arredo, disegnata e realizzata con tutti gli accorgimenti e i dettagli tali da personalizzare al massimo lo spazio.
Uno degli aspetti più importanti da tenere in considerazione è l'ingombro; a seconda dello spazio a disposizione, si dovrà scegliere la più giusta conformazione spaziale della scala stessa: a chiocciola, a sviluppo lineare, a C, a L, le scelte sono svariate e devono essere condotte facendosi consigliare al meglio da un progettista e dall'azienda che la realizzerà.
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In fase di scelta è opportuno tenere in considerazione che la scala può essere prefabbricata o realizzata in situ, secondo le precise indicazioni della committenza, con materiali, struttura e dettagli pensati appositamente per lo spazio.
In alternativa, moltissime aziende propongono scale prefabbricate che ben si adattano ai singoli casi, con possibilità di personalizzazione in base ai propri gusti e alle proprie esigenze.
Vediamo, per quest'ultimo caso, in base a quali criteri condurre la scelta e come orientarsi nel mercato.
Scale per soppalchi
La prima azienda di cui parliamo è Marretti Scale che, nella sua produzione, conta moltissimi modelli, divisi per categorie: a chiocciola, a sbalzo, in vetro, in acciaio, in legno, etc.
La prima che descriviamo è Origami, scala a sbalzo in corten, con spessore ultrasottile di 8 mm. Nonostante il suo aspetto esile e leggero, punto di forza del design di questa scala, essa è testata con prova di carico certificata per una portata complessiva per ogni gradino di 150 Kg e presenta un sistema brevettato di fissaggio a parete con perni in acciaio.
È disponibile in varie finiture tipo ruggine oppure verniciato, e con colorazioni a campione, oppure rivestita in resina con effetto travertino. La scala può essere dotata di ringhiera, qualora richiesta, e viene progettata secondo le precise indicazioni del cliente.
In alternativa, se si prediligono le forme morbide è possibile scegliere il modello Concorde, scala in legno autoportante con design esclusivo e unico; è realizzata in massello di rovere decapato, ma è disponibile in molteplici finiture del legno o con tinte a campione; in alternativa, per gusti più minimal, può essere rivestita in resina tipo travertino ed in molte altre colorazioni a scelta.
Anche in questo caso è possibile scegliere tra diversi tipi di ringhiere, del tipo in vetro strutturale, con tondini orizzontali in acciaio inox, con pannello sagomato al laser inox, etc.
L'azienda Roversi si dedica alla produzione di scale per interni in stile contemporaneo, con un design d’avanguardia, utilizzando materiali solidi ed attuali come il legno, l’acciaio, il vetro, la pietra, il Corian®.
Offre un’ampia selezione di modelli di scale a sbalzo, scale elicoidali e scale tradizionali in materiali e tecnologie moderne, il tutto con la massima personalizzazione.
L'esempio che riportiamo nell'immagine è della scala a giorno Knee-Blade S500, molto interessante per la sua semplicità e l'eleganza, ma sono presenti tanti altri prodotti degni di nota, frutto di un'attenta analisi delle esigenze della committenza e di un lavoro sapiente, condotto dalla fase di progettazione fino ad arrivare all'installazione.
Soppalchi e scale per soppalchi
In alternativa alla semplice scelta della scala per il proprio soppalco, è possibile rivolgersi ad aziende che si dedicano alla progettazione completa del soppalco e della scala di connessione.
Novalinea, ad esempio, realizza soppalchi a sezione quadrata, in acciaio verniciato o in legno d'abete, con finiture in colore metallo grigio alluminio, bianco e nero goffrati, nel caso dell'acciaio, e color faggio per l'assito e pannelli in abete e rovere, per quanto riguarda il legno.
L'azienda si occupa della fornitura e, qualora richiesto, della posa in opera della struttura, completa di tutti quegli elementi necessari per rendere l'opera finita. Il prezzo della sola struttura è di € 300/mq.
Anche RINTAL si occupa della progettazione completa di soppalco e scale.
Per la linea di soppalchi d’arredo in legno vengono selezionati esclusivamente materiali di elevata qualità che permettono di rispondere a tutte le esigenze progettuali ed estetiche: nella versione base, le travi e l’assito sono realizzati in legno di abete, essenza che risulta esente da nodi caduchi e fessurazioni, che spesso vengono semplicemente stuccati con il rischio che, dopo qualche tempo, questi possano deteriorarsi.
In alternativa all’abete, è possibile optare per travi e assito in legno di faggio, un’essenza naturalmente più pregiata e solida, che presenta anche il vantaggio di abbinarsi perfettamente con il legno di faggio impiegato per produzione della scale, così da avere scale una coerenza stilitica fra il materiale del soppalco e della scala.
Grande attenzione viene prestata al sistema di verniciatura e ai prodotti utilizzati: l'azienda utilizza unicamente prodotti a base d’acqua, senza solventi e a bassa emissione di formaldeide, che vengono applicati con un ciclo a due mani, così da rendere la superficie più resistente al calpestio e alla luce solare.
La linea di soppalchi in legno per abitazioni di Rintal è, infine, perfettamente compatibile con l’intera gamma dei modelli di scale e ringhiere. In questo modo è possibile abbinare le finiture del soppalco con ringhiere e balaustre.
In alternativa è possibile optare per soluzioni più moderne, con travi in acciaio e assito in vetro. La solidità dell’acciaio e la trasparenza del vetro si prestano, alla perfezione, alla realizzazione di queste strutture capaci di dare carattere agli ambienti.
Scale e soppalchi: iter burocratico
Ricordiamo, infine che, in caso di realizzazione di un soppalco ex novo, magari in fase di ristrutturazione, è molto importante affidarsi ad un tecnico per procedere all'avvio dell'iter burocratico, al fine di regolarizzare la pratica edilizia.
Sarà necessario depositare una SCIA, nella quale si evincerà l'aumento o meno della superficie abitabile; inoltre il tecnico potrà indicarvi se, in base alle dimensioni, alle caratteristiche e, quindi, al carico, sia necessario un deposito del progetto presso gli Uffici delle Attività tecniche territoriali sismiche (Ex Genio civile).