martedì 31 maggio 2016

Come dividere la cucina dal soggiorno: cinque semplici e ingegnose idee

Autore: houzz
Credete che l’angolo cottura open sia l’ideale per il vostro appartamento, ma temete la diffusione degli odori? Amate le case parigine funzionali e allo stesso tempo così accoglienti? Volete che la vostra cucina sia un ambiente luminoso nonostante l’eccessiva distanza dalle finestre? La parete vetrata è probabilmente la soluzione che state cercando. Ecco per voi una carrellata di idee per trovare quella che più vi si addice.
Le porte d’ingresso. Per far intravedere cosa accade dentro la vostra cucina la prima opportunità è sfruttare le pareti di accesso. A seconda del gusto personale e dello spazio a disposizione potete scegliere se realizzare ante scorrevoli, magari con il binario in vista, come in questa foto.
Arch. C. Marmo App. Roma
Oppure potreste preferire ante a rotazione, come in quest’altra immagine, dove la geometria mimetizza la pannellatura della parte inferiore dell’anta, più soggetta a rompersi. In entrambi i casi è stato utilizzato un telaio disegnato con cura per rendere stabili e sicuri i vetri e far scomparire gli ingranaggi necessari per l’apertura e la chiusura.
2. Aperto vs chiuso. Se volete realizzare un angolo cottura nel vostro soggiorno, ma non amate l’idea che quando cucinate l’odore si diffonda in tutta la casa, guardate questa foto. La vetrata continua tiene in connessione la cucina con il resto del soggiorno rendendolo permeabile allo sguardo, ma allo stesso tempo separando in modo netto le due funzioni.
Epure et sur mesure pour une cuisine à Neuilly-sur-Seine
Lo stesso può essere fatto per dare luce ad un ingresso poco luminoso, come in questa immagine. Il telaio bianco e il legno utilizzato per i mobili della cucina danno all’ambiente un carattere più classico rispetto a quello precedente, decisamente più professionale e un po’ più freddo. Se preferite non avere telai metallici potete scegliere di realizzare un’unica vetrata. Verificatene la fattibilità con il vetraio, soprattutto in relazione alla grandezza della lastra e al suo sistema di incastro nella muratura. Accertatevi anche che il vetro sia temperato o antisfondamento, per evitare di farvi male in caso di rottura.
Serena e Guido Apt.
Interessante anche questa soluzione che risolve il passaggio alla zona notte senza appesantire l’ambiente con una parete totalmente chiusa. Trovo divertente e funzionale la possibilità di giocare con l’apertura di una parte di serramento: permette di chiacchierare con gli ospiti e allo stesso tempo passare le vivande mentre si cucina. Peter Tow
3. Una finestra. Non è detto che una vetrata possa essere prevista solo in ragione di una necessità funzionale, anche l’occhio vuole la sua parte! Perché allora non realizzare un vetro fisso che lasci passare lo sguardo su quello che sta accadendo in cucina? In alternativa si potrebbe pensare ad una vera e propria finestra che, come in questa foto, possa essere aperta e trasformata all’occorrenza in un ripiano per le colazioni o gli snack veloci.
Paris 17, 220m2
4. Un’intera parete. Molte persone desiderano realizzare una parete intera in vetro, pur avendo molto spazio, per avere una più ampia percezione della zona living. In questo caso, non essendo possibile realizzarla con un’unica lastra, si deve lavorare sul disegno del telaio che si vuole ottenere. Va inoltre valutato con attenzione il sistema di apertura per il passaggio, che è l’elemento di maggiore instabilità, oltre all’urto. Nel caso di ante scorrevoli, la soluzione più semplice è quella di farle sparire dentro il cartongess. O di farle scorrere una sull’altra, lasciando la parte finale fissa e protetta da una boiseriebassa, che non blocca lo sguardo, ma evita di andarci addosso.
Appartement BO
Anche questa soluzione è molto ingegnosa: le ante quando non sono utilizzate scompaiono dentro una grande armadiatura, disegnata su misura. L’effetto ad ante aperte è di una ambiente unico molto spazioso; ad ante chiuse la sensazione è comunque di uno spazio completo, con una parete di vetro opaco, la cui stabilità viene garantita dal bancone fisso.
Ristrutturazione casa a schiera AB
5. Un separé. Non è detto che a tutti piaccia l’idea di tenere l’ambiente di preparazione in vista, soprattutto in appartamenti molto piccoli o nei loft. In questo caso si può usare la parete vetrata come elemento di divisione, fissata opportunamente a pavimento e a soffitto. Come in questa foto, dove il vetro opacizzato funge da paravento senza porte.
interiors
Oppure si può realizzare una piccola serra, che ben riempita e curata vi permetta di nascondere cosa avviene in cucina. Non dimenticate in questo caso di prevedere un sistema di illuminazione dedicata alle vostre piante e delle parti apribili per prendervene cura.

lunedì 30 maggio 2016

I prestiti più richiesti ed erogati sono quelli per la ristrutturazione della casa

I prestiti più richiesti ed erogati sono quelli per la ristrutturazione della casa
Il 34% dei prestiti erogati è finalizzato alla ristrutturazione della casa. A renderlo noto l’indagine mensile dell’Osservatorio di Prestitionline.it, che analizza tutte le informazioni relative ai finanziamenti richiesti dai risparmiatori ed erogati dalle banche. Seguono quelli per l’acquisto di un’auto usata (21,8%) e per l’arredamento (16%).
In base a quanto emerso dall’indagine, l’exploit dei prestiti per la ristrutturazione della casa è da attribuire agli attuali bonus casa emanati dal governo, mentre per le vetture di seconda mano c’è da evidenziare l’ottimo momento di tutto il settore dell’automotive.

Prestiti, la domanda

Anche dal lato della domanda la percentuale più alta la fa segnare il prestito per ristrutturare casa, con il 22,3%. Leggermente più in basso troviamo i finanziamenti per disporre di liquidità, con il 18,4%, e quelli per acquistare un’automobile usata, con il 19,5%. Le richieste sono in rialzo rispetto a quelle rilevate nel 2006, quando le quote si attestavano rispettivamente al 18,2%, 19,8% e 10,7%.

Prestiti, la durata

La durata del finanziamento preferita dai clienti è di 60 mesi con il 19,5% delle richieste, seguito da quello a 7 anni, con il 17,7%, e a 3 anni, con il 15,6%, mentre solo il 9,1% della domanda prevede un arco temporale di 72 mesi e soltanto l’8,5% di 24 mesi. Per i prestiti effettivamente erogati l’Osservatorio rileva che il 19,6% è concesso a 60 mesi, seguito dal 15,3% a 36 mesi e dal 15,2% a 48 mesi.

Prestiti, l’importo medio

Per quanto riguarda l’importo medio, si rileva un andamento diverso tra la somma domandata e quella erogata. Entrambi sono lontani dai valori registrati nel periodo pre-crisi, ma durante l’anno in corso solo i finanziamenti effettivamente concessi hanno fatto segnare un ammontare più alto rispetto alla seconda parte del 2015. Per quelli richiesti infatti si è passati dai 10.920 ai 10.836 euro, mentre per i prestiti erogati dagli 11.471 agli attuali 11.746 euro.

Prestiti, il profilo dei richiedenti

Il dato sulle caratteristiche dei richiedenti evidenzia che più di tre quarti delle domande (il 76,2%) arrivano da lavoratori occupati a tempo indeterminato, la restante parte si suddivide tra i lavoratori autonomi,13,5%, i liberi professionisti, 2,7%, e altre categorie di professioni. Per quanto riguarda i finanziamenti effettivamente erogati, la percentuale degli occupati a tempo indeterminato sale all’83,9%.

Prestiti, i tassi medi

Analizzando, infine, i tassi medi applicati al finanziamento si nota che le percentuali del 2016 sono le più basse degli ultimi quattro anni, attestandosi sui livelli del biennio 2007-2008. Per i crediti finalizzati e personali l’interesse è rispettivamente del 9,25% e 10,65%, mentre le migliori offerte online si attestano al 6,3%.

domenica 29 maggio 2016

Domotica: confermate detrazioni al 65% senza limiti di spesa

 

Domotica: confermate detrazioni al 65% senza limiti di spesa
In Italia sempre di più si è attratti dalla possibilità del risparmio energetico legato al controllo tecnologico degli impianti e degli elettrodomestici. Così, attraverso la circolare 20/E dell’Agenzia dell’Entrate è stata confermata la possibilità di beneficiare della detrazione del 65% senza limiti di spesa per chi installa strumenti domotici.

Nessun limite per il tetto di spesa

Il beneficio senza limiti di spesa si applica anche nel momento in cui il cliente non deve eseguire altri interventi di riqualificazione energetica, poiché il bonus è stato esteso alle spese sostenute “per l’acquisto, l’installazione e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda o di climatizzazione delle unità abitative”.

Lo sconto del 65% potrà essere quindi detratto dalla spese sostenute dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre, per acquistare in casa quegli strumenti “volti ad aumentare la consapevolezza dei consumi energetici”. Anche se bisogna sottolineare come la domotica fosse già compresa negli interventi previsti dalla legislazione vigente, per beneficiare delle detrazioni per le riqualificazioni energetiche.

Il desiderio del 46% degli italiani di una Casa Smart

In base a recenti ricerche è stato confermato come l’interesse per la domotica sia sempre più crescente. Tanto che l’Istat ha confermato che il 46% delle persone, proprietarie di un immobile, siano interessate all’acquisto di prodotti intelligenti per la casa. Infatti nel 2015 sono cresciute esponenzialmente le installazioni di impianti di video sorveglianza e sistemi di condizionamenti poco dispendiosi di energia.

In particolare, il desiderio crescente di tecnologia è collegato principalmente al bisogno di sicurezza all’interno delle mura domestica. Infatti il 38% degli intervistati sostiene di voler possedere sistemi di monitoraggio e controllo a distanza degli ambienti della propria casa.Ma non solo, in quanto si investe e si desiderano anche:

  • l’automatizzazione dell’illuminazione (37%);
  • elettrodomestici da comandare con il proprio smartphone (33%);
  • sistemi di chiusura e apertura delle tende, a seconda del tempo (24%);
  • impianti di luci, che si attivino in base alla presenza delle persone (21%);
  • sistema di apertura che si azioni in base al riconoscimento dell’iride o delle impronte digitali (19%).
Come svolgere la pratica con l’Enea

A quanto pare al momento vi sono ancora dei dubbi su come poter svolgere la pratica necessaria con l’Enea, che dovrebbe essere presentata entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Questo perché ancora ad oggi non è possibile inviare richieste per il 2016, a causa della mancanza di indicazioni da parte degli enti competenti.

Detrazione 50% o 65%: quale scegliere quando un lavoro può beneficiare di entrambe?

Optare per la detrazione più idonea verificando i requisiti tecnici, calcolando i vantaggi economici nel lungo termine e rispettando i limiti massimi di spesa.

Lavori che beneficiano di più detrazioni

Detrazione 50 o 65Alcuni lavori realizzabili su immobili residenziali e loro pertinenze possono indifferentemente beneficiare della detrazione sulle ristrutturazioni (50%) o di quella sul risparmio energetico (65%).
Parlo ad esempio dell’installazione di un termocamino o di una caldaia a condensazione, dell’isolamento termico dei muri esterni o del tetto, della sostituzione dei serramenti e della porta di ingresso, dell’installazione di pannelli solari termici e così via.
Poiché la normativa non permette di cumulare i due benefici, ossia di godere di entrambe le detrazioni per le medesime spese, in questi casi è necessario valutare quale fra le due scegliere.

Detrazione 50% o 65%: verifica dei requisiti

Abbiamo accennato ad alcune categorie di lavori agevolabili, ma non abbiamo specificato che per ogni singolo intervento le due detrazioni impongono il rispetto di alcuni requisiti tecnici, ognuna secondo propri criteri.
Detrazioni isolamento tettoAd esempio, se desidero isolare il tetto della mia abitazione, la detrazione sulle ristrutturazioni edilizie (50%) mi impone di rispettare i valori di trasmittanza totale del tetto (l’indicatore di quanto un componente edilizio limita la dispersione del calore) fissati dalla legge per le nuove costruzioni e per le ristrutturazioni.
La detrazione sul risparmio energetico (65%) prescrive invece valori di trasmittanza generalmente più restrittivi, che in pratica si traducono nell’obbligo di un maggiore isolamento. Di conseguenza lo spessore minimo dell’isolante dipenderà a seconda che si opti per il 50% o per il 65%.
Prima ancora di trovarsi a valutare economicamente la detrazione più idonea, è allora importante verificare prima di tutto che l’intervento da eseguire rispetti effettivamente i requisiti tecnici imposti da entrambe le detrazioni.

Detrazione 50% o 65%: quale delle due conviene economicamente?

Quando un lavoro possiede i requisiti per beneficiare sia della detrazione sulle ristrutturazioni sia di quella sul risparmio energetico, non è detto che la seconda, per il fatto di avere una percentuale superiore, risulti effettivamente più conveniente della prima.
Ciò è dovuto ai diversi adempimenti necessari per le due detrazioni. Ricordiamo infatti che la detrazione sul risparmio energetico ha una procedura un po’ più laboriosa, comprensiva dell’invio della pratica Enea e in alcuni casi della redazione della certificazione energetica e dell’asseverazione da parte di un tecnico abilitato.
Detrazione 50 o 65Per capire cosa effettivamente conviene davvero, si può fare un semplice calcolo. È però necessario conoscere l’importo esatto dei lavori e delle spese tecniche, chiedendo dei preventivi.
Ipotizziamo che il preventivo ammonti a 10.000 euro, comprensivo dei lavori e delle spese tecniche per le pratiche comunali. Considerando la detrazione sulle ristrutturazioni edilizie, la detrazione a cui avremo diritto sarà pari al 50% di 10.000 euro, ossia 5.000 euro. Per una spesa effettiva finale di 10.000 – 5.000 = 5.000 euro.
Considerando invece la detrazione sul risparmio energetico dovremo verificare quali adempimenti sono richiesti per questo intervento specifico.
Supponiamo che la certificazione energetica e l’asseverazione siano in questo caso obbligatorie, quindi, oltre ai 10.000 euro dovremo tener presente ulteriori spese tecniche, che ipotizziamo di circa 300 euro, per una spesa totale di 10.300 euro. La detrazione a cui avremo diritto sarà pari al 65% di 10.300, ossia 6.695 euro. Per una spesa effettiva finale di 10.300 – 6695 = 3.305 euro.
Nell’esempio citato, a fronte di una spesa iniziale maggiore, la detrazione sul risparmio energetico risulta decisamente più vantaggiosa. Non sempre però si ottiene questo risultato. Quindi ogni volta è bene chiedere dei preventivi ed effettuare il calcolo.

Detrazione 50% o 65%: attenzione ai limiti di spesa

Ci sono casi in cui i lavori da eseguire sono molto consistenti e costosi. Quando questi lavori possono rientrare indifferentemente nella detrazione sulle ristrutturazioni e in quella sul risparmio energetico,  bisogna ricordare di fare attenzione anche ai limiti massimi di spesa imposti dalle detrazioni.
L'agevolazione per le ristrutturazioni stabilisce un limite massimo di spesa su cui calcolare la detrazione, che ammonta a 96.000 euro.
Limiti detrazione 50 e 65La detrazione sul risparmio energetico stabilisce, invece, dei limiti massimi di detrazione (attenzione: non di spesa), che variano a seconda della categoria di intervento:
- per interventi di riqualificazione energetica di interi edifici il limite massimo di detrazione è di 100.000 euro. Quindi considerando una percentuale di detrazione del 65%, l'importo da considerare come limite massimo di spesa è 153.846 euro;
- per interventi sull'involucro degli edifici (tetto, pareti, serramenti, pavimenti controterra, schermature solari) il limite massimo di detrazione è di 60.000 euro. Quindi considerando una percentuale di detrazione del 65%, l'importo da considerare come limite massimo di spesa è di 92.307 euro;
- per l'installazione di panelli solari il limite massimo di detrazione è di 60.000 euro, quindi  il limite massimo di spesa è di 92.307 euro;
- per gli impianti di climatizzazione invernale (caldaie a condensazione, pompe di calore, generatori a biomassa) il limite massimo di detrazione è di 30.000 euro, quindi il limite massimo di spesa è pari a 46.153 euro.
Ipotizziamo di realizzare vari lavori: isolamento delle pareti esterne mediante sistema a cappotto (60.000 euro), rifacimento e isolamento del tetto (65.000 euro), sostituzione dei serramenti (35.000 euro), per un importo complessivo dei lavori di 160.000 euro. L’importo totale sfora i tetti massimi di ogni singola detrazione.
In questi casi sarà allora opportuno optare per una parte di spesa per la detrazione sul risparmio energetico e per la parte restante della detrazione sulle ristrutturazioni. Ad esempio, potremmo far rientrare l’isolamento delle pareti e del tetto nella detrazione 65%, mentre i serramenti nella detrazione 50%.
Le due detrazioni possono coesistere per il medesimo cantiere, bisogna però prestare attenzione a non cumularle per le medesime spese.

mercoledì 25 maggio 2016

Come sfruttare al meglio gli spazi di un monolocale (fotogallery)

Come sfruttare al meglio gli spazi di un monolocale (fotogallery)

 

Se c’è un settore immobiliare che non ha conosciuto crisi negli ultimi anni è sicuramente quello dei monolocali. Potrebbe essere vista come una diretta conseguenza da un lato di una diminuzione dei capitali a disposizione per l’acquisto di una nuova casa da parte delle giovani coppie, dall’altro di un aumento delle separazioni, o semplicemente delle persone che decidono di vivere come “single”.

La progettazione di un monolocale è una delle sfide più interessanti per un architetto: nelle case molto piccole infatti ogni metro quadro deve essere pianificato con cura al fine di sfruttare tutto lo spazio a disposizione, tuttavia senza andare a riempirlo con ingombri inutili.

Le case immortalate su Houzz ci vengono in aiuto con una serie di esempi particolarmente significativi di abitazioni di dimensioni molto ridotte con soluzioni di arredo e layout innovativi da cui poter prendere spunto. Vediamole in questo Ideabook e scopriamo i sei punti chiave per la progettazione di micro case.

1. Pareti attrezzate salvaspazio I monolocali francesi sono una fonte inesauribile di idee geniali nell’ambito della progettazione di spazi minuscoli. Tra le case francesi si trovano infatti molti esempi di dimensioni ridottissime: come questo appartamento parigino progettato da Geraldine Laferté, con una superficie di soli 18 m².

Ovvero, ben dieci metri quadri in meno rispetto alla superficie utile minima abitabile per un monolocale a Milano, che dev’essere invece di almeno di 28 m². Ricordiamo infatti come prima cosa di consultare il Regolamento Edilizio del comune di appartenenza, che detta le normative in merito alle metrature minime degli ambienti

Duhesme

Professionista: Géraldine Laferté - Scopri altre idee per cucine contemporanee

Nonostante le dimensioni così ridotte l’architetto è stato in grado di creare uno spazio interno piacevole e molto vivibile, grazie ad una progettazione attenta ai minimi dettagli e ad un uso sapiente di arredi su misura. Infatti buona parte dei lati disponibili sono stati coperti con pareti attrezzate: nonostante ad un primo colpo d’occhio sembra che esse tolgano superficie al monolocale, in realtà lo rendono molto più funzionale. Questo perché le pareti attrezzate su misura, con nicchie e ante apribili, permettono da un lato di nascondere elementi di arredo da estrarre all’occorrenza (ad esempio il tavolo), dall’altro di avere molti spazi contenitori a disposizione.

Il peggior nemico degli spazi piccoli è il disordine, quindi come prima cosa bisogna pensare alle nostre necessità pratiche, ad esempio: dove metteremo tutte le cose? Potete vedere qui altre immagini di questa piccola perla di monolocale e leggere la storia della sua proprietaria.

Projet Voltaire, architectes Carla Lopez et Margaux Meza

Professionista: Transition Interior Design - Scopri altre immagini di cucine scandinave

2. Dividere con trasparenza Il monolocale in questa foto e nell’immagine successiva sono rispettivamente di 25 e 36 m². Progettati dallo studio di interior design francese Transition Interior Design, ci mostrano due diverse soluzioni per dividere zona giorno e zona notte.

Nel primo esempio, di dimensioni più ridotte, la partizione è una vera e propria parete-libreria: divide visivamente gli spazi senza chiuderli, oltre ad essere una soluzione esteticamente molto piacevole. Anche in questo progetto un lato è stato dotato di una parete attrezzata che unisce angolo cottura e parete Tv in un’unica soluzione molto interessante.

Trovate tutte le foto del progetto nel profilo del designer d’interni, con un incredibile confronto tra il prima e il dopo.

PROJET LAMARTINE, Transition Interior Design Architectes: Margaux Meza et Carla

Professionista: Transition Interior Design - Scopri altre foto di soggiorni contemporanei

In questo caso la partizione è invece una vera e propria parete vetrata, che chiaramente serve a dare luce a tutto lo spazio: immaginiamoci infatti la zona giorno di questa casa con una partizione opaca…

3. Separare con elementi mobili Lo studio newyorkese Michael Chen è andato oltre il concetto di semplice partizione. Per questo appartamento di circa 36 m², infatti, è stata progettata una parete mobile motorizzata con la televisione e una serie di contenitori. Anche il letto è all’interno di una parete attrezzata e può essere quindi estratto all’occorrenza, ovviamente spostando la parete divisoria. Certo questa è una soluzione radicale, ma perfetta per chi non vuole rinunciare ad avere una zona giorno e una zona notte di grandi dimensioni nello stesso spazio.

5 to 1 Apartment

Professionista: Michael K Chen Architecture - Trova più idee per camere da letto contemporanee

Potete trovare qui altre immagini molto interessanti di questo monolocale newyorkese.

4. Luminosità L’immagine qui sopra parla chiaro: il bianco aiuta ad ingrandire gli spazi. Quindi via a palette cromatiche con colori chiari, che abbinano al bianco tonalità come beige e grigio chiaro, se non proprio a soluzioni in vero e proprio total white. Parallelamente, il non “riempire” uno spazio già piccolo con tanti oggetti e complementi d’arredo, magari pure in disordine, aiuta notevolmente ad ampliare visivamente la stanza, nonché a renderla più vivibile. L’immagine è tratta da un altro piccolo appartamento francese di 24 m² con un sorprendente prima e dopo che potete ammirare qui.

un petit loft charmant et cosy / a charming little apartment

Professionista: 37.2 architecture - Scopri altre immagini di soggiorni scandinavi

5. Non solo bianco Non è assolutamente detto però che negli ambienti di dimensioni ridotte dobbiamo per forza rinunciare ai colori, neanche a quelli più scuri. Il segreto sta nell’aggiungere un tocco di colore in maniera adeguata, ed è qui che si distingue l’abilità del progettista. Lo studio francese 37.2 architecture, ad esempio, ha fatto della parete scura una vera e propria cifra stilistica della progettazione. In queste due case la zona notte è sottolineata da una tonalità molto scura che si inserisce perfettamente in uno spazio estremamente pulito in total white.

UN MINI-DUPLEX A PARIS / A small duplex in Paris

Altre notizie di Houzz

domenica 22 maggio 2016

Caldaia non a norma: cosa rischiano proprietario e inquilino

Caldaia non a norma: cosa rischiano proprietario e inquilino

Chi non effettua la manutenzione della caldaia può essere punito al pagamento di una sanzione amministrativa, rischiando di dover sborsare ingenti somme di denaro. Vediamo a cosa si va davvero incontro.

Mancata manutenzione caldaia: cosa rischio?

Sanzioni salatissime: è questo il rischio che corrono proprietari e inquilini di unità immobiliari le cui caldaie non siano periodicamente manutenute e controllate da un tecnico specializzato e abilitato.

Basti pensare che la multa amministrativa parte da un minimo di 500 euro fino a sfiorare anche i 3.000 euro [1].

In particolare, sono i Comuni sopra i 40.000 abitanti ad aver posto in essere una vera e propria campagna contro i furbetti, dando il via ad attività ispettive per controllare il rispetto dell’obbligo di controllo e manutenzione degli impianti di riscaldamento domestici. L’ispezione non è automatica, ma scatta a campione attraverso la verifica del mancato pagamento del c.d. bollino blu o l’invio del rapporto di controllo e qualità dei fumi ai database istituiti allo scopo nelle Regioni. Viene effettuata previo avviso con raccomandata A/R, concordando data e ora della verifica. Il bollino blu è la certificazione che attesta il corretto funzionamento della caldaia e quindi dell’impianto istallato nell’appartamento e viene rilasciato proprio a seguito dei controlli di cui abbiamo detto, tesi alla verifica dell’integrità della caldaia, del suo funzionamento e circa l’emissione di sostanze inquinanti, rilasciate attraverso i fumi di scarico, che devono obbligatoriamente rientrare nei limiti fissati dalla legge.

Il pagamento della multa non è la sola sanzione prevista: a confermare la politica del pugno duro contro chi viola le norme in materia, anche l’addebito al proprietario o all’inquilino dell’onere derivante dal controllo che può variare dai 50 ai 200 euro per gli impianti domestici, ma può arrivare al migliaio di euro nel caso di impianti di grandi dimensioni (come industrie, strutture commerciali, uffici, ecc…).

Sono previste sanzioni pure per la mancanza del libretto di impianto (da 100 a 600 euro) e per il mancato invio alla Pubblica Amministrazione competente della dichiarazione di avvenuta manutenzione (da 50 a 300 euro).

[1] Art. 15, d.lgs. n. 192/2005, del 19 agosto 2005.

sabato 21 maggio 2016

Detrazioni acquisto casa 2016, i chiarimenti delle Entrate sulla legge di Stabilità 2016

Detrazioni acquisto casa 2016, i chiarimenti delle Entrate sulla legge di Stabilità 2016

 

Con la circolare 20/E del 18 maggio l'Agenzia delle Entrate ha chiarito alcune delle novità presenti nella legge di Stabilità 2016 e che riguardano, in particolare, le detrazioni per l'acquisto di immobili ristrutturati da impresa costruttrice e l'acquisto di dispositivi multimediali per la casa intelligente. Ma vediamo tutto nel dettaglio.

Agevolazioni acquisto prima casa da impresa costruttrice - La legge di Stabilità ha previsto la detrazione del 50% dell'Iva per l'acquisto di immobili di classe A e B da impresa costruttrice. Secondo i chiarimenti della circolare, le agevolazioni si applicano anche nel caso si acquisti un immobile ristrutturato. Questo vuol dire che chi acquista con le agevolazioni prima casa un immobile ristrutturato da un'impresa ha diritto sia alla detrazione del 50% sia alla detrazione per ristrutturazione.

Dispositivi di controllo remoto - La circolare dà il via libera alla detrazione del 65% per l'acquisto, installazione e messa in opera dei dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento e/o produzione di acqua calda e/o climatizzazione delle unità abitative, che garantiscono un funzionamento efficiente degli impianti, nonché dotati di specifiche caratteristiche. La detrazione spetta con riferimento alle spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016.

Il comma 982 della legge di Stabilità 2016 introduce un credito d’imposta spettante alle persone fisiche che sostengono - non nell'esercizio di attività di lavoro autonomo o di impresa – spese per l'installazione di sistemi di videosorveglianza digitale o allarme, nonché connesse a contratti stipulati con istituti di vigilanza, dirette alla prevenzione di attività criminali. Il credito d’imposta è riconosciuto ai fini dell'imposta sul reddito, nel limite massimo complessivo di 15 milioni di euro per l'anno 2016.

Detrazione sulle porte 50%

Detrazioni sulle porte al 50%

 

Acquistando autonomamente le porte, che nell’ambito di un intervento di ristrutturazione della propria casa è necessario sostituire, e tutti i materiali per il rinnovo del bagno è possibile usufruire delle detrazioni IRPEF previste dall’articolo 16-bis TUIR (i lavori vengono svolgo personalmente in economia)?

Così come confermato in primis dalla Circolare del 11/5/1998 n. 121 – Ministero Finanze – Dipartimento Entrate – Affari Giuridici Servizio III, il contribuente che esegue in proprio i lavori ha comunque diritto alla detrazione (in allora del 41%), sia pure limitatamente alle spese sostenute per l’acquisto dei materiali utilizzati (ovviamente non può essere attribuito alcun valore, anche simbolico, all’attività prestata in proprio per l’esecuzione degli interventi).

Da un punto di vista formale, per aver diritto all’agevolazione, però, è necessario che i materiali vengano pagati con bonifico bancario o postale. Sotto un profilo sostanziale gli interventi devono rientrare tra quelli detraibili il che, per quelli citati dal contribuente, non è così scontato. Infatti, nel caso in cui l’intervento sia semplicemente limitato alla sostituzione della rubinetteria, delle piastrelle del bagno o alla ritinteggiatura delle pareti non è prevista alcuna detrazione fiscale.

Questo tipo di lavori si configurano infatti come interventi di manutenzione ordinaria (ai sensi dell’articolo 3, comma 1, lettera DPR 380/2001), che, se eseguiti all’interno di un’abitazione, non sono ricompresi nell’ambito di quelli ammissibili al beneficio (si veda l’articolo 16-bis, TUIR (“dall’imposta lorda si detrae un importo pari al 36 per cento delle spese documentate, fino ad un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 48.000 euro per unità immobiliare, sostenute ed effettivamente rimaste a carico dei contribuenti che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono effettuati gli interventi: a) di cui alle lett. a) b), c) e d) dell’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, effettuati sulle parti comuni di edificio residenziale di cui all’articolo 1117 del codice civile”).

Secondo l’opinione di chi scrive, nemmeno la semplice sostituzione dei sanitari potrebbe rientrare nel beneficio fiscale. Nella Guida alle detrazioni per le ristrutturazioni edilizie, pubblicata dall’Agenzia delle Entrate, nella più volte citata edizione dell’ottobre 2013, alla voce sanitari si riporta come detraibile la sostituzione di impianti e apparecchiature. Tale dizione dovrebbe essere interpretabile nel senso della necessaria sussistenza contemporanea della sostituzione sia degli impianti che delle apparecchiature al fine di accedere al beneficio. In altre parole, chi scrive, deduce che la sostituzione dei sanitari è detraibile solo se accompagnata dalla sostituzione degli impianti.

Va da sé che, qualora gli stessi interventi prima citati (sostituzione piastrelle, ritinteggiatura, ecc.) e classificabili come manutenzione ordinaria non siano eseguiti all’interno di un’abitazione, ma su parti comuni di edifici residenziali costituiti in condominio (ad esempio di lavori eseguiti su un bagno comune nel condominio, oppure sul bagno del portinaio), rientrerebbero allora nella possibilità di detrarre il 50% delle spese pro quota millesimale.

Se nei lavori dovessero essere invece compresi anche il rifacimento dell’impianto idrosanitario, elettrico, lo spostamento di tramezzature o altre opere che possono far classificare l’intervento come manutenzione straordinaria (ai sensi di quanto stabilito dall’articolo 3, comma 1, lettera b, del DPR 380/2001 – “interventi di manutenzione straordinaria”, le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni di uso”), allora sarebbe possibile beneficiare della detrazione fiscale per gli interventi di recupero del patrimonio immobiliare residenziale esistente sia che gli interventi vengano realizzati su abitazioni private che su parti comuni di edifici residenziali. Inoltre, nel caso di specie, poiché lo spostamento di una tramezza comporterebbe il rifacimento delle piastrelle, anche la spesa sostenuta per rifare le piastrelle potrebbe rientrare a pieno titolo nella detrazione fiscale. Purtroppo, per quanto riguarda il caso della sostituzione delle porte interne, l’applicabilità dell’agevolazione è da escludere, in quanto si tratta di un intervento qualificabile come manutenzione ordinaria.

Da sottotetto a mansarda: il potenziale dell'ultimo piano

La soffitta si riduce spesso a spazio dove accantonare cose in disuso. La ristrutturazione di un sottotetto è un bel modo per utilizzare al meglio questo spazio

Da sottotetto a mansarda: il potenziale dell'ultimo piano


Soffitte e sottotetti si riducono spesso a spazi angusti dove accantonare cose che non usiamo più; ma in realtà, grazie alla loro posizione privilegiata, si possono trasformare in ambienti luminosi e belli da vivere.
Ristrutturare questi spazi significa apportare miglioramenti estetici e funzionali che aumentano il valore dell’immobile. Inoltre, il recupero di un sottotetto è un’ottima forma di investimento anche grazie agli incentivi fiscali che permettono di recuperare buona parte della spesa.


L'ultimo piano può essere molto più di una semplice soffitta e rappresenta una grande risorsa da sfruttare al meglio. Chi ha bisogno di più spazio e possiede un sottotetto o un ultimo piano ad uso soffitta può ristrutturarlo, guadagnando nuovi ambienti abitabili o ricavando stanze in più da collegare all’abitazione esistente.

Con i giusti interventi la soffitta o il sottotetto possono diventare un ufficio, una camera degli ospiti, una stanza per i giochi, un angolo guardaroba, uno spazio hobby o relax.


Come iniziare il recupero di un sottotetto


La ristrutturazione di un sottotetto è un progetto impegnativo, ma entusiasmante.
Ecco quali sono i passi da seguire per avere la situazione sotto controllo, non dimenticare nulla e riuscire a portare a termine il progetto in tempi brevi.
Per affrontare il recupero di un sottotetto occorre prima di tutto rivolgersi a un professionista qualificato (architetto, ingegnere o geometra) che verificherà la presenza dei requisiti necessari e la fattibilità dell’intervento, facendo anche riferimento a eventuali leggi regionali in merito.

Ristrutturare una soffittaTale figura si occuperà di organizzare eventuali rilievi strutturali e sarà in grado di gestire la parte burocratica e i rapporti con il Comune (richiesta della visura catastale, verifica della proprietà dell’immobile, presentazione dei permessi richiesti, riaccatastamento finale, ecc.).

Il progettista si occuperà inoltre di realizzare il progetto di ristrutturazione, considerando anche interventi di rilievo, come modifiche del tetto, apertura di nuove finestre o realizzazione degli impianti.

Una volta definita l’impresa a cui affidare i lavori, il progettista potrà procedere alla presentazione in comune dei permessi necessari. Questi variano a seconda del tipo di intervento che si vuole realizzare, del comune e della zona in cui si trova l’immobile.
Possono essere:
• Intervento libero (non necessita di alcun permesso)
• Intervento libero con Comunicazione di Inizio Lavori (C.I.L.)
• SCIA
• Super DIA
• Permesso di costruire

Ricordiamo che per apportare modifiche strutturali, aprire nuove finestre, modificare la facciata o cambiare la destinazione d’uso dei locali è necessario presentare un progetto al comune per ottenere un’autorizzazione a procedere.

Se invece non viene modificata la configurazione dell’abitazione e non viene modificata la facciata, non si spostano le pareti e non si modificano gli impianti, non serve inoltrare alcuna richiesta al comune di residenza. La semplice sostituzione dei serramenti con altri di pari misura rientra in quest’ultimo caso.


Requisiti per la ristrutturazione del sottotetto

Le altezze minime per l’abitabilità


Altezze in mansardaNel recuperare un sottotetto, un criterio da osservare è legato alle altezze degli ambienti che per essere abitabili devono rispettare determinati parametri.

Sarà compito del progettista assicurarsi che l’ambiente da ristrutturare abbia i presupposti necessari e predisporre di conseguenza il progetto più adatto.

La normativa nazionale in merito (legge 457/78, art. 43) stabilisce che:
• l’altezza minima dal pavimento deve essere di 2,70 metri per i locali ad uso soggiorno e di 2,4 metri per i locali di servizio, come bagni, corridoi, etc.
• Nei comuni montani al di sopra dei 1.000 metri s.l.m. può essere consentita, tenuto conto delle condizioni climatiche locali e della locale tipologia edilizia, una riduzione dell’altezza minima dei locali abitabili a 2,55 metri.
• Se nel locale esistono altezze inferiori, le stesse vanno chiuse ad armadio o ripostiglio.
Si consiglia quindi di verificare eventuali limiti o vincoli, in base al regolamento edilizio comunale, presso il proprio comune di residenza.

Luce e ventilazione


Oltre all’altezza minima, è necessario che l’ambiente abbia la giusta quantità di luce e un ricambio d’aria sufficiente all’uso abitativo. Spesso infatti gli ambienti non abitabili sono sprovvisti di aperture per la corretta illuminazione e ventilazione dei locali.
La trasformazione di un sottotetto in una mansarda abitabile può quindi comportare la necessità di aprire nuove finestre.
Uno dei parametri da rispettare in fase di progettazione è il cosiddetto rapporto aeroilluminante, ovvero il rapporto tra la superficie del pavimento e quella della finestre.
Per ogni tipologia di abitazione il rapporto aeroilluminante non deve essere inferiore a 1/8.
In alcuni casi però le leggi regionali hanno integrato e modificato la normativa nazionale.

La luce in un sottotetto abitabile
I rapporti aeroilluminanti non bastano a garantire l’abitabilità. L’effettiva illuminazione di una stanza è influenzata anche dal suo orientamento, dalla presenza di alberi o altre costruzioni, dalle schermature interne ed esterne e dalla posizione delle finestre.
Tutti questi elementi concorrono a determinare il fattore medio di luce diurna, FmLD, che non dovrà essere inferiore al 2%. Spesso, a parità di superficie finestrata, la quantità di luce varia moltissimo proprio in funzione della tipologia di finestra inserita.

È possibile calcolare, ad esempio, con un apposito software realizzato da VELUX, VELUX Daylight Visualizer, il fattore di luce diurna con tre diverse tipologie di finestre: una finestra in verticale, un abbaino, una finestra per tetti.

Ecco il risultato:
la finestra in verticale e l’abbaino non raggiungono il minimo richiesto dalla legge per quanto riguarda il fattore di luce diurna. Pertanto, la stanza non solo non è a norma, ma non è sicuramente nemmeno confortevole. L’inserimento di una finestra per tetti consente di raggiungere e addirittura di superare il minimo richiesto nonostante la superficie vetrata sia la medesima nei tre casi.
Ciò è possibile per due principali motivi:
– la finestra posta sul tetto riceve una maggiore quantità di luce;
– l’imbotte interno permette una migliore e più profonda distribuzione della luce nella stanza.


Le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni


Detrazioni fiscali per la ristrutturazione del sottotettoRistrutturare un sottotetto per trasformarlo in una mansarda abitabile e riqualificarlo dal punto di vista dell’efficienza energetica consente anche di beneficiare di consistenti agevolazioni fiscali.
Chi intende trasformare il sottotetto della propria casa in una mansarda abitabile può fruire della detrazione Irpef al 50% fino al 31 dicembre 2016.

Il limite massimo di spesa detraibile è di 96.000 € per ogni unità immobiliare.
Il credito è recuperabile in 10 anni. Inoltre sui lavori e l’acquisto dei materiali è prevista l’Iva agevolata al 10%.
È stata prorogata fino al 31 dicembre 2016 anche la detrazione fiscale del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici: sono detraibili le spese sostenute per interventi sull’involucro dell’edificio che consentano di ottenere una riduzione della trasmittanza termica, compresi i serramenti (finestre) e le schermature solari (tende esterne).


Ottimo investimento: la mansarda ristrutturata vale il 39% in più


Il recupero e la riqualificazione del sottotetto è un ottima forma di investimento non solo in termini di benessere, per la qualità della luce, la riservatezza e la panoramicità che si possono avere all’ultimo piano, ma anche a livello economico.

Una volta ristrutturata, una mansarda vale infatti il 39% in più, come emerge da una ricerca condotta dal Politecnico di Milano: solo il 5% dell’offerta immobiliare italiana è rappresentata da mansarde, che valgono in media tra 1.183 e 943 euro al mq in più rispetto alle altre unità immobiliari. Il prezzo medio di vendita di un sottotetto da ristrutturare è di circa 2.000 euro/mq (3.066 a Roma e 3.606 a Milano), mentre quello dell’intervento è di 819 euro/mq, per un costo totale medio di 2.819 euro/mq.

Calcolando un prezzo medio di vendita di 3.923 euro/mq, si ha un incremento del 39% rispetto al capitale investito.Soprattutto nei centri abitati, dove lo spazio è prezioso, la riqualificazione di un sottotetto è un investimento sicuro.


Finestre per mansarda: a chi rivolgersi?


VeluxVelux
, azienda leader nella produzione di infissi e tapparelle per mansarda, con una gammadi prodotti che garantiscono il massimo comfort ambientale e grande privacy.

VELUX si affaccia sul mercato italiano nel 1968, conquistando la fiducia degli addetti ai lavori, a partire da una regione italiana come il Trentino Alto Adige, in cui è già consolidato un approccio innovativo all'edilizia, rispettoso dell'ambiente e attento alla qualità del vivere in casa

Attualmente VELUX Italia è leader nel proprio comparto ed è presente su tutto il territorio italiano grazie ad una rete capillare di oltre 2.000 rivenditori.
Ogni finestra VELUX è dotata di una targhetta con un codice che ne identifica il modello.
Per ulteriori informazioni: www.velux.it

Soluzioni per pannelli decorativi da interni fai da te

Oggi è possibile personalizzare le pareti con pannelli decorativi da interni fai da te, ovvero venduti prefiniti ma con una posa in opera alla portata di tutti!

Superfici originali con i pannelli decorativi


Al giorno d'oggi creare ambienti unici e originali è sicuramente più semplice grazie alle numerose possibilità di scelta di vari prodotti presenti sul mercato edilizio.
Un' alternativa a pitture, vernici, carte da parati, rivestimenti di materiali diversi, è rappresentata dai pannelli decorativi, anche con rilievi superficiali dall'effetto tridimensionale.
Questi pannelli innovativi, stanno riscontrando una notevole diffusione nei progetti di interior design. Il loro successo è dovuto alla facilità di rinnovare un ambiente intervenendo solo su una porzione di esso che, diventa elemento caratterizzante di tutto lo spazio.

Bagattini pannelli 3D

Bagattini pannelli 3D

Sadun Oberflex laminati

Sadun Oberflex laminati

Sadun pannelli 3D

Sadun pannelli 3D

Sadun pannelli Marotte

Sadun pannelli Marotte

Sadun Marotte laminati

Sadun Marotte laminati

Bagattini pannelli fibra bamboo

Bagattini pannelli fibra bamboo

Poliplast polistirolo pannelli

Poliplast polistirolo pannelli

Poliplast pannelli decorativi

Poliplast pannelli decorativi

Poliplast pannelli polistirolo

Poliplast pannelli polistirolo

Poliplast puzzle polistirolo

Poliplast puzzle polistirolo

Bagattini pannelli design

Bagattini pannelli design

Bagattini controsoffitto

Bagattini controsoffitto

Sadun Oberflex fonoisolanti

Sadun Oberflex fonoisolanti

Bagattini pannelli 3D
Sadun Oberflex laminati
Sadun pannelli 3D
Sadun pannelli Marotte
Sadun Marotte laminati
Bagattini pannelli fibra bamboo
Poliplast polistirolo pannelli
Poliplast pannelli decorativi
Poliplast pannelli polistirolo
Poliplast puzzle polistirolo
Bagattini pannelli design
Bagattini controsoffitto
Sadun Oberflex fonoisolanti

Entrando in una stanza, il colpo d'occhio cade immediatamente sulla nuova superficie, spesso movimentata dai giochi di luce che si creano grazie alla tridimensionalità dei disegni dei pannelli, che diventano così elementi di arredo davvero unici.
Spesso il desiderio di rinfrescare uno spazio si scontra con i costi da sostenere per la ristrutturazione. I pannelli decorativi in tal caso costituiscono una soluzione abbastanza economica adatta a soddisfare tutte le esigenze senza affrontare spese esorbitanti, e tutti i gusti spaziando dai modelli a superficie liscia a quelli con effetto 3D.

Pannelli decorativi multifunzionali


I pannelli decorativi per pareti interne possono avere varie funzioni: come rivestimenti di pareti e soffitti, per realizzare elementi divisori di più spazi, per isolare dal punto di vista acustico e termico un'ambiente avente una funzione particolare, etc.
La scelta dei pannelli si orienta anche sullo stile che si preferisce. Se si ama uno stile rustico, la soluzione verterà su pannelli che riprendono le venature naturali del legno; se si predilige uno stile moderno, si potrà scegliere tra i modelli geometrici a strisce diagonali, rombi, quadrati, effetti a onde, in total white arricchiti da eleganti rilievi.

I materiali che costituiscono i pannelli sono svariati, la ditta Leroy Merlin, leader nel commercio di prodotti per il bricolage propone un'ampia collezione di pannelli decorativi in polistirolo, bamboo, legno naturale, cemento, grès porcellanato, gesso, pietra, etc.

Poliplast pannelli in polistiroloL'azienda POLIPLAST produce, taglia e sagoma pannelli in polistirolo espanso di qualsiasi forma e dimensione, di densità variabile da 10 Kg(mc a 30 Kg/mc per soddisfare i molteplici usi e applicazioni, disponibili anche nella versione autoestinguente.
Il pannello Poliplast oltre a rispondere ad esigenze funzionali e tecniche (isolante e anti-umidità), è un elemento decorativo molto versatile, multiforme e duttile, è possibile riprodurre gli effetti di materiali come legno, pietra, plastica e non solo.

Leggerezza e resistenza agli urti sono le caratteristiche di base unite alla libertà di design che ne permette l'applicazione sia in ambienti domestici che industriali.
L'applicazione avviene con colla a caldo e schiuma poliuretanica, permettendo un'istallazione pulita e comoda sia a soffitto che a parete.
La ditta Bagattini propone una vasta collezione di pannelli decorativi denominati Threedimension Design, dalle forme moderne, realizzati in fibra di bamboo, di formato cm 50x 50, vendibili in scatole con 16 pezzi l'una, 4mq a scatola.
Bagattini pannelli decorativi 3DQuesti pannelli, utilizzati per rivestire una o più pareti della casa, oltre a costituire degli elementi divisori dello spazio, divengono dei veri e propri complementi di arredo.
Realizzati con materiali ecologici, a base di fibra di bamboo e canna da zucchero, sono  biodegradabili e riciclabili. Altre caratteristiche sono la resistenza agli urti, capacità fonoassorbenti, ultraleggeri.

Una volta incollati alle pareti possono essere colorati con pitture e tecniche a scelta.
L' applicazione a parete avviene mediante la loro apposita colla che garantisce durata e stabilità nel tempo, anche su superfici non completamente lisce; inoltre i pannelli sono di facile rimozione in caso di necessità.

L'azienda Sadun sempre alla ricerca di materiali innovativi, offre una vasta gamma di pannelli decorativi per arredamento di varia composizione, suddivisi per marchio, adatti ad ogni esigenza.
Oltre all'eleganza, la caratteristica esclusiva è la flessibilità dei pannelli che ne permette l'applicazione anche su superfici curve e ondulate, consentendo di creare ambientazioni adatte non solo per case private ma anche per negozi e locali pubblici.

La linea dei pannelli è molto ampia e comprende effetti metallici, finiture legno, superfici specchianti, con incisioni profonde di motivi quadrati, rettangolari, con una speciale laccatura o con effetto ecopelle, morbida e piacevole al tatto.
Su richiesta sono disponibili anche pannelli con retro magnetico o con facce decorative differenti. Questi pannelli possono essere serigrafati, stampati, fustellati e tagliati a laser o con un cutter.

Una collezione di pannelli scultorei, tridimensionali realizzati in MDF, costituiscono la linea Marotte: l'effetto decorativo è ottenuto mediante la lavorazione della superficie del pannello tramite incisione o scavatura. Il disegno del pannello è definito dal pattern, dal metodo di lavorazione e dalla profondità dello stesso.
Le lamine dei pannelli, di facile lavorazione, sono tagliabili con un semplice taglierino e nella versione preincollata si possono applicare direttamente sulla superficie da decorare, facendone un prodotto ideale anche per il fai da te.
I pannellli possono essere forniti grezzi, con primer o finiti verniciati in varie finiture o rivestiti con impiallacciature di varie essenze, soddisfando così tutte le diverse esigenze estetiche e dando vita a giochi di luce, ombre e colori.


La posa in opera fai da te dei pannelli decorativi per interni


I pannelli decorativi per interni, sopra descritti, richiedono una posa a colla veloce e di facile applicazione anche in modalità fai da te, senza la necessità di rivolgersi a ditte specializzate.

Infatti sono necessari solo pochi accessori di facile utilizzo quali: aggrappante Primer; pistola per colla; colla in dotazione; rotella per posatura.
La prima fase del lavoro consiste nella preparazione del fondo, che deve essere preferibilmente liscio e privo di fori, colmando eventuali irregolarità con rasanti adeguati, asciutto e pulito.
Successivamente occorre applicare sul fondo due mani di primer a pennello, quindi lasciare asciugare.
Quindi distribuire la colla, inserendo la cartuccia nell'apposita pistola, sul retro dei pannelli, nelle aree di contatto con la parete e lungo i bordi.

Applicare poi il pannello con una pressione continua sulle aree in cui è stata distribuita la colla e ripassare i bordi con la rotella apposita.
Procedere di seguito alla stuccatura delle giunzioni, applicando il prodotto allegato, per coprire eventuali irregolarità, aiutandosi anche con una spatola secondo necessità.
I pannelli affiancati così montati possono essere lasciati al naturale o dipinti a pennello o a spruzzo con pitture e vernici acriliche lavabili, nei colori desiderati.

Per progetti di grande importanza, così come per semplici elementi decorativi, i pannelli trovano applicazione in qualsiasi settore dell'arredamento: residenziale,negozi, alberghi, come rivestimenti pareti, mobili, porte, ante, etc.