domenica 8 maggio 2016

la cucina: termini e differenze nella scelta

La tradizione della convivialità e il piacere di ricevere si adattano ai ritmi contemporanei e trovano la loro espressione in composizioni esteticamente accattivanti, anche da estendere al living. Ma quando ci rivolgiamo a un negozio, ci colpisce l'estetica di una cucina piuttosto che di un'altra, ma non sappiamo bene come intendere i termini tecnici con cui ci vengono spiegate le diverse composizioni. Eccovi una mini guida.

Scegliere la cucina: le parole tecniche da sapere
L’ergonomia in cucina è importante: per esempio per garantire movimenti agevoli o per rendere più piacevoli le operazioni di lavaggio e preparazione dei cibi. E a volte anche su un elemento minimo, di rilevanza minore, come uno zoccolino, si può giocare un importante effetto estetico, ottenendo anche un risultato in termini di funzionalità. Lo zoccolo effetto sospeso (vedi la composizione della foto sotto) per esempio consente di avvicinarsi al piano di lavoro rimanendo con la schiena dritta, garantendo una postura corretta e comoda vicino alla zona operativa. Dal punto di vista estetico, la composizione acquista leggerezza visiva anche in presenza di grandi superfici dal notevole impatto, come quella delle ante delle armadiature a colonna (anche nelle versioni midi di altezza contenuta) o di pensili ad altezza maggiorata, due soluzioni che permettono di sfruttare al massimo lo spazio per contenere in altezza. Altri due elementi concorrono ad ottenere il medesimo risultato: i mini vani a giorno agganciati alla boiserie e il tavolo con unico sostegno centrale, che contribuiscono a slanciare la composizione.
La progettazione della cucina però, oltre che di numerose variabili “estetiche” (colori, tipo di finiture, tipologia di moduli) e funzionali (l’organizzazione dello spazio in modo razionale ed equilibrato, anche dal punto di vista visivo), deve tenere conto anche e soprattutto dei materiali. Vediamo di conoscerli più da vicino.
Materiali e pannelli legnosi
LEGNO MASSELLO Si tratta di un materiale vivo e solido, che recentemente l’industria è riuscita a imitare con materiali che facilmente possono sostituirlo. Come distinguere il legno dalle sue imitazioni? Prima di tutto, se osservando gli spigoli e i vertici si nota una sottile riga visibile lungo tutto il lato fino al vertice opposto, questa è la prova che quello che stiamo guardando non è legno massello. Un’ulteriore verifica si può ottenere analizzando le parti più ampie delle strutture: le venature presenti sulla facciata esterna (dell’anta per esempio) devono corrispondere alle venature presenti internamente. Nel legno pieno coincidono, e se il disegno corrisponde, si tratta di massello. Definizioni come “noce nobilitato” o “effetto faggio” indicano un pannello che imita il legno.
IMPIALLACCIATO, NOBILITATO E LAMINATO – L’impiallacciatura è uno strato superficiale di legno che ricopre la struttura delle ante, dei fianchi e di tutti gli elementi che compongono il mobile. Lo spessore richiesto per definire un rivestimento “impiallacciatura” è di 0,9 mm; ci sono in circolazione però, anche strati notevolmente più esili che a torto vengono definiti come tali. Il supporto dell’impiallacciatura può essere o di listelli di legno, magari un legno “meno nobile” (multistrati, listellari) di quello superficiale, o di particelle di legno, definito “truciolare”.
Il nobilitato, materiale piuttosto economico, è un pannello di legno truciolare rivestito su di uno o su di entrambi i lati con carta melaminica (materiale sintetico costituito da fogli di carta sottilissima attorno al decimo di mm) impregnata di resina melaminica. Alcune volte per impreziosire ulteriormente il prodotto, si procede con una verniciatura superficiale: questo processo rende la superficie del pannello quasi indistinguibile rispetto a un prodotto impiallacciato e verniciato. Il nobilitato, essendo di fatto un agglomerato di legno, carta e colle ureiche e melaminiche, viene diviso in tre diverse classi per l’emissione di formaldeide, secondo i test espressi dalle normative europee EN 717 e EN 120: E1, E2 ed E3.
Il laminato, invece, conosciuto in passato come formica (nome dell’azienda che per prima lo introdusse sul mercato) è un prodotto sintetico costituito da più strati di materiale fibroso, costituite con carte impregnate di resine termoindurenti, e ricoperto da un foglio di carta che riproduce le venature del legno o carta colorata e uno strato di resina sintetica che conferisce al laminato plastico sia l’effetto estetico, sia l’impermeabilità. Il miglior laminato è siglato HPL (High pressure laminate – laminato ad alta pressione).
COMPENSATO, MULTISTRATO, TRUCIOLARE
Il compensato è un pannello formato da alcuni (max 5) strati, incollati uno sopra l’altro, di fogli di pioppo o betulla. Nel caso in cui lo spessore complessivo superi i 12 mm, invece, si parla di multistrato.
Il pannello truciolare è invece un agglomerato di particelle di legno ottenuto sminuzzando elementi di varia provenienza di legno, successivamente amalgamati con colle e pressati in modo da formare pannelli di varie dimensioni e spessori. Viene rivestito con carte melaminiche e spesso lo troviamo utilizzato per i piani di lavoro e per gli elementi che costituiscono la struttura.
MDF, LAMELLARE e LISTELLARE: lmdf o pannello di fibre a media densità è un pannello costituito da una finissima fibra di legno legata da collanti molto forti e si caratterizza come un materiale compatto che, a differenza del truciolare, può essere intagliato come se fosse legno massello.
Costituito poi da listelli di legno massello, incollati sulle testate e lungo i bordi, il lamellare si trova in pannelli di varie dimensioni e spessore, omogenei e stabili. È robusto e si presta a numerosi impieghi. I paniforti o pannelli listellari hanno una struttura formata da listelli di legno e ricoperta da due fogli di piallaccio o multistrato, in genere di pioppo o betulla. I piallacci, invece, sono sottili fogli di legno massello (detti tranciati), in genere pregiato, che si incollano su pannelli di tutti i tipi in modo da renderli più eleganti.
LA LACCATURA: quando, invece, il pannello viene colorato con vernici, si dice laccato. In questi casi quindi non si ha rivestimento con uno strato di legno o laminato. La laccatura si dice “a poro aperto” quando lascia in evidenza, sia alla vista che al tatto, le caratteristiche del legno come venature, nodi e pori, diversamente dalla tecnica “a poro chiuso” che invece copre ogni caratteristica e aspetto del supporto sottostante; per questo motivo sotto una laccatura a poro chiuso spesso, ma non sempre, non ci saranno supporti in massello o impiallacciati.
TAMBURATO: è composto da un telaio in legno (di abete o in alternativa pioppo), al cui interno viene messa una struttura cosiddetta a “nido d’ape”, realizzata in legno o in cartone. Il telaio viene quindi ricoperto con due fogli pressati di compensato nella parte anteriore e nella parte posteriore.